Umbrialibri 2014/"Futuro,istruzioni per l’uso", presentato il libro di Montanari
PERUGIA - Come si impara a essere cittadini italiani? Se scuola e famiglia sono ritenuti fondamentali, da millenni c’è qualcos’altro che ci educa a essere quello che siamo, che ci lega al nostro passato e ci fa immaginare il nostro destino: è il «patrimonio culturale», ovvero opere d’arte, libri, palazzi, reperti archeologici e così via. Ma chi non se ne rende conto e definisce i beni culturali «il petrolio d’Italia», considerandoli un repertorio di oggetti da affittare al magnate di turno o da svendere nell’ennesima mostra-evento, è un nostro nemico. È la netta posizione di Tomaso Montanari, autore del volume “Istruzioni per l’uso del futuro: il patrimonio culturale e la democrazia”, edito da “Minimum Fax”, che, nel quadro del programma di “Umbrialibri 2014”, è stato presentato nel pomeriggio alla Sala delle Conferenze di Palazzo de’ Priori, in un dibattito con l’autore, giovane studioso di Barocco Romano e docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università “Federico II” di Napoli, nel quale si sono confrontati l’assessore alla Cultura della Regione Umbria Fabrizio Bracco, il direttore artistico della Fondazione “Perugia 2019 Capitale Europea della Cultura” Arnaldo Colasanti e il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria Francesco Scoppola.
Chi riduce la cultura ad una mera visione economicistica – ha sostenuto Tomaso Montanari – “ci sta togliendo un bene primario come l’aria, ci sta privando di un nostro diritto fondamentale come la salute o l’istruzione”.
“Istruzioni per l’uso del futuro” – è stato sottolineato – è una sorta di “pamphlet”, per invitare ad una “vera rivoluzione” non soltanto contro chi saccheggia le biblioteche o deturpa il paesaggio, ma contro chi non educa all’amore per la bellezza. “Istruzioni per l’uso del futuro” è un piccolo “alfabeto civile”: ventuno voci che ci mostrano come per trasformare un paese non bastano le nostalgie o le indignazioni, ma servono responsabilità e conoscenza”.
Per l’assessore regionale Fabrizio Bracco il libro rappresenta “un vero e proprio manifesto politico che può contare su un ampio lavoro di documentazione, che individua nella Costituzione la base della convivenza civile e nel patrimonio storico e culturale il giacimento su cui si fonda il senso di appartenenza alla nazione e lo spirito di convivenza civile. E’ partendo da questa convinzione - espressa dall’autore - che il patrimonio può diventare un efficace strumento per uno sviluppo economico non consumistico, ma finalizzato a cementare la convivenza, accrescere la qualità attrattiva dei luoghi e far conoscere le comunità”

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