di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Perugia sceglie la droga. Questo è il messaggio che passa dopo aver visto il reportage (parola grossa n.d.r.) di Giulia Cerino andato in onda ieri, 29 maggio, su La7 durante la trasmissione AnnoUno.

Sono bastati pochi minuti di servizio per far riemergere lo stereotipo di Perugia capitale della droga. Che a Perugia ci sia droga è innegabile, ma è innegabile anche che in tutte le altre città d’Italia sia possibile acquistare droga così facilmente.

E se, tempo fa, il Questore aveva detto che Perugia non era la capitale della droga e un gruppo di cittadini c’ha messo la faccia e ha lavorato per far emergere gli aspetti positivi della città sono bastati quei 5 minuti di trasmissione a far passare di nuovo la città candidata  a capitale della cultura europea a crocevia di narcotraffico.

Uno stereotipo d’altri tempi. Italia pizza e mafia. Perugia droga e prostituzione. Poca fantasia, anche nelle parole dell'ex ministro Carlo Giovanardi che dice che: “Perugia è una città persa, per fortuna non tutte sono così”.

Uno stereotipo anche nel modo in cui è stato “confezionato” il reportage che parla di “fortino dei tossicodipendenti mente nel centro, qualche chilometro più in là, va in scena la movida del sabato sera. A sorvegliare piazza IV Novembre c’è un gruppo di pusher tunisini, che controllano il racket”. E poi le interviste a due ragazze: “Perugia è fatta così, c’è gente che vende, pippa, si droga e nessuno li arresta”. E un altro ancora: “Pensavano di togliere gli spacciatori chiudendo i locali in centro, ma gli studenti se ne sono andati e gli spacciatori sono rimasti”.

Per chi se lo fosse perso, il video di AnnoUno lo trovate qui 

E intanto sui social impazza il dibattito. C’è chi dice che si tratta di un servizio infamante e che non rispecchia la realtà e chi esprime dubbi sulla correttezza o meno di aver mandato in onda il servizio a pochi giorni dal ballottaggio.

C’è Cernicchi ad esempio che tuona: “Basta, la misura è colma. Il servizio di ieri di "Anno Uno" è delinquenziale. Lo è innanzitutto perché non nasce da un fatto di cronaca tale da richiedere immediata reazione giornalistica. Lo è perché montato ad arte: se lo stesso reporter fosse andato a sondare notti di città come la nostra avrebbe trovato le stesse cose, i mali della vita contemporanea. Lo è perché non parla degli sforzi e dei risultati raggiunti grazie alla collaborazione tra istituzioni (Comune, le due Università, Prefettura, Questura, mondo dell'associazionismo diffuso). Lo è perché, ripeto senza fatti recenti, getta una luce cupa su una città che si rialza proprio quando i genitori decidono a quale Università iscrivere i propri figli. Basta!!!”

E lancia un appello ai cittadini, con tanto di hashtag #difendiperugia: “Spero che tutti i perugini, non mi importa che cosa voteranno o che cosa hanno votato, difendano la propria città da questi vili e ignobili attacchi”.  

E Boccali è un fiume in piena: "Ieri sera abbiamo assistito al nuovo, cieco attacco sensazionalistico alla città di Perugia. L’Amministrazione, le due Università, l’Accademia e il Conservatorio, insieme agli organi dello Stato, Questura e Forze dell’Ordine, con la fondamentale partecipazione del mondo dell’associazionismo diffuso, si impegnano da anni, insieme e coesi e con risultati ormai evidenti, per garantire qualità della vita, accoglienza e solidarietà, aspetti che da sempre caratterizzano la nostra città e che sono oggi messi a rischio da cambiamenti economici e sociali che investono tutte le grandi città, in particolare i centri storici. tutti i fenomeni negativi sono in diminuzione, mentre è in aumento il vile attacco mediatico nei confronti della nostra comunità. Perugia non ha bisogno di detrattori ma di persone consapevoli dei suoi problemi e capaci di reagire agli stimoli con strategie forti, in grado di garantire frutti sia nel breve che nel lungo periodo.

Dileggiare la città, esaltarne i problemi, lamentarsene e mugugnare non sono strategie. Perugia va criticata ma va soprattutto amata.
Vituperio e gogna mediatica sono tentativi di affossarci, soprattutto ora che le famiglie scelgono le sedi Universitarie dove iscrivere i propri figli. Il nostro Ateneo è sotto attacco. Difendiamolo!

Non posso in ultimo non collegare l’evento accaduto all’imminente ballottaggio. Sono convinto che i perugini, con il senso di responsabilità, l’orgoglio e il senso di appartenenza all propria omunita, sapranno valutare e distingurere la realtà dei fatti dalla strumentalitá elettorale. Verificherò tutte le azioni possibili a difesa della citta e dei cittadini".

 

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