PERUGIA - "C'e' un'unica via: la cultura deve accettare le trasformazioni tecnologiche e cio' potra' accadere solo grazie alla perspicacia dei nativi digitali". Parola di Richard Gringras, un passato da taxista a Washington e ora direttore News e Social Products di Google.

Intervistato dal direttore de La Stampa, Mario Calabresi, alFestival di Giornalismo di Perugia, Gringras ha ripercorso l'evoluzione del "sistema media". "Come la radio ha soppiantato la stampa - ha affermato -, oggi la televisione e' stata surclassata dal web che ha profondamente mutato le modalita' di distribuzione e fruizione dell'ecosistema mediale, attirando a se' anche tutti gli investimenti pubblicitari; basti pensare, che una ricerca della Motorola ha evidenziato che un utente visualizza il proprio smartphone circa centocinquanta volte al giorno".

Gringras ha illustrato quindi le fasi della storia disinternet: dal primo periodo caratterizzato dal web searching fino all'era dei social network.

Secondo Gringras, la fruizione passiva dei media si e' progressivamente trasformata in un'attiva complicita', tanto che i media ormai dominano la nostra vita e sono divenuti "trama e tessuto dell'esistenza". "Grazie a questa partecipazione e al facile accesso alla rete - ha proseguito -, oggi chiunque puo' improvvisarsi giornalista o pubblicista e proprio questo clima di liberta' porta i governi di paesi fragilmente democratici a restringere l'accesso al web, da ultimo il caso della Turchia".
 

L'avvento di internet ha inoltre, mutato "il nostro ruolo di persone", citando Warhol "ognuno nella sua vita ha i suoi quindici minuti di celebrita'". E' quello che oggi avviene grazie a internet: "minuti di glorificazione si alternano a minuti di diffamazione; infatti, internet non e' solo un'opportunita' ma anche una responsabilita'". "La tecnologia - ha proseguito - e' un ponte tra passato e presente, puo' avere un valore ma non intrinseco. Internet puo' avere valore positivo o negativo".

Condividi