(dell'inviato Michele Cassano)    (ANSA) - PERUGIA - Le notizie sono diventate una commodity, non e' possibile far soldi vendendole e l'unico modo per guadagnare e' la pubblicita'. Su Internet le notizie devono essere brevi, perche' i tempi di lettura sono ridotti. Agli utenti non bisogna chiedere contributi ragionati, al massimo piccoli commenti. Sono alcuni dei dettami che Rob Wijnberg e Ernst-Jan Pfauth hanno ricevuto dai consulenti quando, nel 2012, hanno deciso di lasciare il quotidiano di Amsterdam per cui lavoravano e di fondare una loro impresa.

"Ecco, noi abbiamo scelto di fare esattamente il contrario", raccontano i due giovani editori al Festival di giornalismo di Perugia. Proprio infrangendo le regole del marketing, con la loro creatura De Correspondent hanno battuto in poche settimane, circa un anno fa, il record di crowdfunding nel giornalismo.
 

"Abbiamo deciso di abolire la pubblicita' e di finanziarci solo con gli abbonamenti dei membri - spiega Wijnberg -. Cosi' nel 2013, prima di creare il nostro sito, abbiamo avviato la campagna di crowdfunding, spiegando quello che volevamo fare e cosa era per noi buon giornalismo. Siamo andati in tv e abbiamo ingaggiato alcuni volti noti che facevano un tipo di giornalismo che sentivamo vicino". Senza nulla di tangibile, solo con la promessa di quello che avrebbero realizzato, hanno raccolto piu' di un milione di euro, grazie all'adesione di oltre 18mila membri che hanno versato 60 euro a testa.
 

E' nata cosi', nel settembre scorso, una delle realta' piu' innovative della scena editoriale europea. "Ci sono arrivati 1800 curricula, una roba incredibile - ricorda Pfauth -. Abbiamo assunto 8 redattori e 17 freelance. Tutti, per cominciare, hanno dovuto dipingere la nostra sede". Il sito non ha nulla a che vedere con i giornali tradizionali: tutto ruota attorno al corrispondente, identificato sulla pagina con il suo volto disegnato. Si puo' scegliere di seguirlo e, quando ci si e' stancati, smettere. Ognuno segue un settore particolare.
 

"Abbiamo chiesto loro di non seguire necessariamente l'attualita' - continua Wijnberg -, di scrivere sugli argomenti che ritengono piu' interessanti e di approfondirli quanto credono necessario, non limitandosi a brevi articoli". Il loro motto e': il giornalista e' un esperto in conversazione, i membri sono esperti nei contributi.
 

Gli utenti, che sottoscrivono un abbonamento da 60 euro l'anno, sono chiamati a partecipare attivamente e possono tenere sotto controllo l'evoluzione dell'avventura editoriale sotto tutti i suoi aspetti. "Il nostro modello di business e' il soft paywall - spiegano ancora -. Puoi condividere tutti gli articoli, ma chi li riceve sa che tu hai pagato, perche' il tuo nome appare". Ora De Correspondent conta 32mila membri paganti, con un incremento del 74% nei primi sette mesi di attivita'.
 

Nel loro consiglio di amministrazione c'e' uno sviluppatore e un designer, figure che - sostengono - "per avere successo devono essere nelle posizioni chiave". "Gli uomini del marketing credono di sapere cosa vogliono gli utenti - afferma Wijnberg -. Noi diciamo: concentratevi su quello che secondo voi dovrebbero sapere. Se Henry Ford avesse seguito le richieste dei consumatori avrebbe creato cavalli piu' veloci, invece lui voleva l'automobile. Per questo, dimenticate tutte le rivoluzioni mediatiche che ci sono state, perche' il nostro mondo cambia continuamente. Il miglior consiglio che possiamo darvi e': lasciate stare i nostri consigli e seguite il vostro istinto".

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