Gualdo Tadino/ Al convento dei frati minori “Gli ultimi giorni dell’Umanità"
GUALDO TADINO – Domani, venerdì 21 marzo 2014 alle 21,00 la Compagnia teatrale Nostos Teatro, con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, metterà in scena, presso il Convento dei Frati Minori in via Zoccolanti la performance “ Gli ultimi giorni dell’Umanità”.
La compagnia Nostos Teatro, attiva dal 2012, si cimenterà in un nuovo percorso di spettacolo itinerante per le stanze del Convento, la ricordiamo già protagonista della performance itinerante “Il Giardino Invisibile” rappresentata all’interno dei Giardini Pubblici di Gualdo Tadino.
Il convento non è nuovo a questo tipo di eventi, molti anni fa ospitò infatti uno spettacolo che fu il frutto di un laboratorio teatrale diretto dal noto regista umbro Claudio Grugher. Il 21 marzo, data del solstizio di primavera, si riempirà di scene che rappresentano urgenze del dire o del fare, del suonare o del ballare, proprio come se fosse imminente e inevitabile la fine del mondo, da qui il titolo della performance itinerante.
Al termine dello spettacolo seguirà il concerto live della band emergente Stand Back from the Yellow Line, a sottolineare che l’arte può essere un buon modo di aspettare l’imminente fine del mondo.
Le scene che verranno rappresentate denunciano situazioni al limite, la crisi economica e culturale, problematiche attuali intorno all’amore, all’anziano, alla guerra, ma il tutto, e questo è un passaggio fondamentale, in modo comico e grottesco, perché la comicità e la drammaticità si fondano in un modo che lasci il segno nello spettatore.
Il teatro classico è sull’orlo di un baratro, sostiene la compagnia Nostos Teatro, colpa di un decentramento dell’arte e della cultura nella società attuale, ma anche della sua incapacità di stare al passo con i tempi…non si può oggi, nel 2014, vedere rappresentato soltanto quel teatro che è letteratura teatrale, un teatro che si vedeva ai tempi di Shakespeare, o nel romanticismo…
Nel nostro secolo, dopo tante correnti, modi “alternativi” o sperimentali di fare teatro, e in luoghi prima insospettabili, dobbiamo trovare la giusta commistione di tecnica e verità, di sperimentazione e tradizione, di oralità e performatività, che ci faccia, ancor oggi, nell’epoca digitale, emozionare.

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