Rosaria Parrilla

Perugia - Dimostrare all'Europa che le medie città possono essere competitive e che la deriva dei centri storici può essere evitata, puntando sulla rigenerazione dell'acropoli, sulla cultura e le eccellenze esistenti, le due università, l'Accademia di belle arti. È questo in sintesi quello che è emerso durante l'incontro su "La città futura. Perugia capitale della cultura europea 2019. Progetti e prospettive", che si è svolto oggi pomeriggio nella sala santa Chiara e promosso dall'associazione Umbrialeft.

Un appuntamento per capire quale sarà il futuro del capoluogo umbro nel 2021, due anni dopo dalla fine del progetto, al di là della vittoria o meno di Perugia, quale percorso è stato intrapreso dalla città, insieme ad Assisi, ora tra le sei finaliste, e come i perugini vivono questa esperienza. Una vetrina importante per il capoluogo umbro, ma anche per tutta l'Umbria, che si affaccia sull'Europa e per i progetti da realizzare in vista della sfida. A parlarne sono stati Bruno Bracalente, presidente della Fondazione Perugiassisi, Fabrizio Bracco, assessore regionale alla cultura, Roberto Ciccone, assessore del Comune di Perugia, e l'assessore Stefano Vinti.

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