Umbra Acque/ L'azienda in bolletta non paga ai Comuni i canoni di affitto
Martedì scorso si è svolta una riunione presso il Comune di Perugia per discutere il tema dei crediti che Umbra Acque deve rimborsare ad alcuni Comuni. Il debito ammonta a circa 10.000.000 € che per il Comune di Assisi ammontano a circa 700.000 €. Questo credito rappresenta il dovuto per l'affitto delle reti di proprietà comunale degli acquedotti che sono state conferite ad Umbra Acque nel momento della sua costituzione.
L'Amministrazione comunale di Assisi, che era rappresentata all'incontro dall'assessore Moreno Massucci, così ne riassume i contenuti:
L’Ing. Alessandro Carfì, amministratore delegato di Umbra Acque, ha ribadito l'impossibilità di onorare tale debito per la crisi finanziaria dell'azienda e proponendo una dilazione di quanto dovuto al 2016 con la stipula di un mutuo ad hoc. Questo in pratica significa che anche quanto dovuto per il 2014 e 2015 non verrà versato nelle Casse dei Comuni.
Se a questo atteggiamento si aggiunge la quasi paralisi degli investimenti per l'ammodernamento delle linee e la soluzione di problemi annosi in tema di servizio idrico e di smaltimento fognario il quadro del fallimento di questa organizzazione risulta evidente.
Le infrastrutture di servizio alle utenze (acquedotti e smaltimento dei reflui) devono essere realizzate e rimanere di proprietà dei comuni medesimi i quali percepiscono un canone per tale tipo di attività. Da chi lo percepiscono? Da una società, anche privata, che si prende cura dell'adduzione dell'acqua e dei relativi servizi.
La manutenzione ordinaria di tali opere spetterà a chi li gestisce mentre la manutenzione straordinaria al proprietario, come avviene per altre forme di affitto.
D'altra parte il legislatore, per rispondere a quanto deciso dal referendum sull'acqua pubblica divide da questo anno la tariffa in due parti: il primo é riconducibile al costo complessivo del servizio compresa in parte la remunerazione dell'investitore privato (ACEA) e l'altro relativo agli investimenti infrastrutturali.
In questi ultimi anni le tariffe non sono mai state toccate per cui scontiamo una incapacità della nostra classe dirigente di indicare una strada per uscire da questa situazione.
Intanto la situazione dei nostri acquedotti si è andata progressivamente aggravando. Le perdite di acqua sono quantificabili nel 40% del totale complessivo dell'acqua movimentata. Necessitano oltre 20 milioni di euro l'anno mentre le disponibilità sono 9 milioni.
Come uscire da questa situazione? Ci sono due soluzioni:
1) alzare la tariffa in modo da consentire gli investimenti necessari;
2) coinvolgere le amministrazioni comunali negli investimenti per il rifacimento delle reti infrastrutturali come compenso al canone demaniale che percepiscono, sempre da Umbria Acque.
D'altra parte se io proprietario di una casa affitto ad un inquilino le manutenzioni straordinarie spettano al sottoscritto. Allora se i Comuni percepiscono un compenso per l'affitto delle infrastrutture allora occorre che si devono prendere l'onore di mantenerle nelle condizioni ottimali.
Quando sono stati eseguiti i lavori per la nuova sistemazione della piazza di S. Maria degli Angeli, occorreva rifare completamente il tratto di acquedotto che insiste su detta area. Per motivi strani il tratto d acquedotto non é stato sostituito e puntualmente abbiamo avuto tutta una serie di problemi legati alle perdite di acqua.
Voglio anche ricordare che esiste una società la CONAP (ex Corsorzio Acquedotti) che doveva essere sciolta ma non lo è stato per l'impossibilità da parte dei Comuni di pagare quanto previsto in termini fiscali.
Tutto questo ci deve far riflettere sul tentativo da parte della maggioranza che governa la nostra Regione di espropriarci la gestione della rete Gas del nostro Comune per darla ad un Ente e causare un danno economico rilevante alle nostre entrate.

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