Gualdo Tadino - Al teatro Don Bosco Verso Cassandra
GUALDO TADINO - Giovedì 23 gennaio, alle 21, il teatro Don Bosco di Gualdo Tadino ospita lo spettacolo di Farneto Teatro Verso Cassandra.
La drammaturgia di Maurizio Schmidt nasce dalle suggestioni derivanti dall’Iliade e dal romanzo di Christa Wolf; la realizzazione scenica dall’incontro tra il lavoro di una attrice nel pieno della sua maturità espressiva Elisabetta Vergani e di una percussionista etnica di grande talento Danila Massimi. Ne deriva un racconto in cui i suoni si intrecciano continuamente all’azione scenica, un attraversamento immaginario dell’esperienza di Cassandra carico di atmosfere arcaiche e potenti.
Quello di Cassandra è un mito antichissimo, capace di parlarci da profondità remote. La vicenda è nota: Cassandra, figlia prediletta del re di Troia, è ritenuta pazza perché si oppone, unica fra tutti e con tutte le sue forze, all’entrata in città del “cavallo” donato dai greci.
Nella famosa riscrittura di Christa Wolf – un cult-book da varie generazioni – una donna di oggi davanti a quelle rovine si chiede: chi era davvero quella donna prima che un greco scrivesse di lei? E la storia di Cassandra diventa la storia della dolorosa scoperta dell’estraneità al proprio mondo. La storia di un dolore psichicamente insopportabile, di una sacerdotessa senza la fede persa nelle pratiche del culto di corte, che all’improvviso scopre in sé la capacità di “vedere” semplicemente ascoltando le reazioni del proprio corpo di fronte a segnali cui nessuno dà peso, ma che sono sotto gli occhi di tutti. Quella che gli altri chiamano paura, per lei diviene sapienza.
Vede così in anticipo ciò che tutti sembrano non vedere: la rovina sicura di una guerra giustificata da bugie che colpiscono l’immaginazione e ottundono il cervello. Davanti alla "bugia di stato" del rapimento della bella Elena da parte di Paride sentirà in sé nascere un disgusto che non troverà forma di espressione se non contro se stessa: un delirio, una malattia che abiterà il suo corpo alla ricerca disperata di una voce per salvare la città che tanto ama.
Poi uscirà dal palazzo, negherà i suoi compiti di sacerdotessa ufficiale, scoprirà un gruppo di fuoriusciti che resiste e tramanda antiche usanze religiose cariche di una fede e di un amore sconosciuti. Allora dal fondo del suo malessere vedrà che ad oscurare le menti è una logica di false alternative che tutti hanno accettato: uccidere o morire. Cassandra troverà finalmente la voce e sarà un grido pieno di dolore: tra uccidere e morire c’è una terza via, vivere. Quello che nessuno sa più fare.
Poi seguirà il proprio destino: i suoi concittadini la chiameranno matta e resteranno immobili di fronte al suo delirio sacro in nome della vita. Lei guarderà con immenso dolore l’avvicinarsi della inevitabile fine della città che un tempo amava.

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