(di Maurizio Giammusso) (Ansa) - ROMA -  E' un viaggio nell'aggressivita' umana, nella misogenia, nei conflitti psicologici e sociali, la fotografia del potere della donna sull'uomo. Tutto questo e anche altre verita' nascoste del rapporto uomo-donna si intrecciano in ''Il ritorno a casa'', uno dei testi piu' forti di Harold Pinter (1930-2008), al quale il regista Peter Stein presta tutta la sua intelligenza interpretativa.

 

Lo spettacolo creato per il Festival di Spoleto e in questi giorni una delle attrazioni del Romeuropa Festival, e del Teatro di Roma sul palcoscenico del Palladium,  fino al 26 gennaio. Lo recitano con notevole aderenza ai personaggi sei attori, fra i quali spicca Paolo Graziosi nei panni del vecchio padre Max.
 

In questo dramma feroce dei conflitti umani la storia che si svolge in palcoscenico comincia quando Teddy, un docente universitari, torna in casa dopo sei anni, per presentare la moglie Ruth al padre, ai due fratelli e allo zio, che vivono insieme. Questa inattesa presenza femminile in un rude gruppo di uomini senza donne scatena aggressivita', desiderio, voglia di sopraffazione e nello stesso tempo mette i cinque parenti serpenti in una condizione di soggezione. La donna del resto sembra disponibile  a ricoprire un ruolo doppio di madre e puttana, sfruttando fino in fondo la sua carica sessuale.

 

Come finisce la storia? Come sempre in Pinter, la storia non finisce; continua in un luogo e in un tempo che lo spettatore non potra' vedere, in quella giungla dei sentimenti che (per l'autore) e' la famiglia.
 

Stein, che e' un celebrato regista tedesco molto attivo in Italia, dove possiede un'azienda agricola in Umbria, ha raccontato di aver visto la prima assoluta del dramma a Londra quasi cinquanta anni fa; e di aver da allora cercato di metterlo in scena convinto della estrema teatralita' del testo. Stupisce del resto come l'opera di Pinter mantenga a tanti anni di distanza la sua attualita' e la sua forza dirompente, Agli interpreti del resto si chiede una grande prova di immedesimazione, e la creazione di un'atmosfera di ambiguita' o piuttosto un oscuro sentimento di minaccia, che e' lo stile segreto del'autore.

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