di Luigi Foglietti

L’impero di Gaio Vibio Trboniano Gallo, che all’insegna del suo motto “Pax Aeterna”, condivise con il figlio Volusiano Valdumniano, durò  solo 26 mesi e trovò un tragico epilogo al Forum Flaminii, l’odierna San Giovanni Profiamma, vicino Foligno.

Ora per quell’imperatore, dalle certe origini umbre, che regnò sui destini di Roma caput mundi dal luglio 251 all’agosto 253 dopo Cristo, si è accesa una disputa per stabilire il luogo preciso della sua nascita avvenuta nel 206. C’è chi lo vorrebbe nato nelle terre dei Vibi, esattamente a Monte Vibiano nel contado di Marsciano, come il professor Franco Cotana, che è della zona e che recentemente ha dedicato un suo studio all’imperatore, o chi lo vorrebbe, più aulicamente, nato proprio nell’Augusta Perusia, cosa che darebbe più lustro al personaggio, come l’assessore regionale, perugino doc, Stefano Vinti. Ma la disputa si amplia in questo momento in cui c’è chi è alla ricerca di un mausoleo che potrebbe custodire le spoglie dei due imperatori uccisi in quel di Fulginium, Foligno, per mano di alcuni traditori, al ritorno delle battaglie combattute ai confini dell’impero contro i barbari.

Oltre questo, poche le notizie certe sul personaggio e poche le immagini, se non una grande statua di bronzo, alta 241 centimetri, in posa eroica dell’imperatore che si trova proprio nel Museo di New York dal 1902 e che fu trovata a pezzi, nascosta in una buca al centro delle antiche terme romane nei pressi nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, nel 1805 dal conte Nicola Demidoff che, arrivato al seguito di Napoleone se ne impossessò. Furono poi i suoi eredi a vendere la statua al Museo Metropolitano di New York nel 1902, dove è tuttora esposta.

Oltre al maestoso bronzo e alcune monete coniate con la sua effige, a ricordare Gaio Vibio Treboniano Gallo, ci sono le iscrizioni sulla Porta Marzia e sull’Arco Etrusco a Perugia. Ora però si è alla ricerca della tomba che custodisce i resti mortali di padre e figlio e se le intuizioni del soprintendente per i beni archeologici dell’Umbria dottor Mario Pagano, frutto di studi, fossero esatte, si potrebbe ipotizzare l’esistenza del loro mausoleo nei reperti archeologici risalenti all’età di Treboniano Gallo sulla base del campanile dell’abbazia di San Pietro a Perugia. Misure e forme lascerebbero intendere che la costruzione, da dove si slancia il superbo campanile, ha le caratteristiche tipiche di un Pantheon.

Ed è Stefano Vinti, che alla figura dell’imperatore ha dedicato tanti studi, tante ricerche e altrettanti approfondimenti a porsi ed a porre degli interrogativi che ha offerto come spunti di riflessione alle autorità competenti riguardo al luogo di nascita dell’imperatore e alla presenza del mausoleo rinvenuto a San Pietro.

“Si tratta di due iscrizioni – afferma Vinti – entrambe recanti le parole Colonia Vibia, in memoria della concessione del diritto di colonia (ius coloniae) fatta dall’imperatore alla sua città natale e che ci ricordano inoltre la sua famiglia, i Vibi, dalla quale egli derivò il nome di Vibius. Una è posta al di sopra del celeberrimo Arco Etrusco, che oggi si affaccia sulla piazza Grimana, l’altra è incisa al di sopra dell’arco di Porta Marzia, ugualmente di epoca etrusca, incastonato dall’architetto Antonio da Sangallo il Giovane nel bastione di levante della cinquecentesca Rocca Paolina per decorarne l’ingresso lungo l’attuale via Marzia”.

“Va approfondito lo studio per scoprire dove sia stato sepolto l’imperatore perugino – sostiene Vinti – al momento le ricerche sono ancora in corso e il dottor Pagano, che sta realizzando un approfondimento sulla zona, proprio per arrivare a dare una risposta a quanto ipotizzato precedentemente, riferisce che ‘la chiesa fu eretta in posizione eminente sulla piana del Tevere sul monte detto Caprarius, poi detto anche, con trasformazione dotta, Calvarius, non lotano dalla chiesa e dal venerato sepolcro di San Costanzo, tanto da far supporre che nell’area si estendesse il principale cimitero cristiano della città”

Esiste al momento una idea per verificare con una sonda periscopio l’interno della semisfera sotto il campanile per verificare la presenza dei due sarcofagi. Ma le intenzioni di Vinti non si esauriscono qui in quanto è da un po’ che ha scritto una lettera al Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali per sensibilizzarlo a dedicare, dopo l’intitolazione di una sala del Cerp della Rocca Paolina, una via o una piazza della città ad uno di suoi più illustri figli.

“Le istituzioni – conclude Vinti – dovrebbero inoltre fare una operazione didattica per la miglior conoscenza del personaggio per poi lanciarlo nel mondo con una mostra, allargata al suo tempo, che raccolga le sue immagini e inoltre mettere in rete questo patrimonio storico-artistico. Il tutto anche alla luce della candidatura di Perugia a Capitale Europea della Cultura 2019”.

Fonte: Il Mesaggero del 4 dicembre 2013

Condividi