La fila per avere (e a caro prezzo) il responso di indovine e maghi
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Passano gli anni, i secoli, i millenni ma l'animo pagano e credulone degli uomini non muta, non si evolve. Per certi aspetti siamo rimasti ancora all'età della pietra e della clava. Nonostante il periodo di crisi (o, forse, a maggior ragione, per la depressione economica) fattucchiere, indovine, "strolighe", maghi, cartomanti, chiromanti e ciarlatani della stessa risma vivono alla grande: nei loro "studi" c'é la fila più che alle Poste nei giorni delle pensioni.
Di questo fenomeno, ai limiti dell'incredibile, hanno parlato - ospiti dell'Accademia del Donca - giornalisti (tra i quali Stella Carnevali e Roberto Conticelli) e giuristi (Fausto Cardella e Gerardo Gatti) in una serata come sempre condotta, alla grande, da Sandro Allegrini, prendendo lo spunto dalla Rosina del Toppo (al secolo Rosa Cocchioni), che negli Anni Trenta ebbe la ventura di indovinare la tragica fine e il luogo in cui si trovava il cadavere del figlio rapito e ucciso dell'aviatore Charles Lindbergh.
Sarà che Perugia già due secoli prima della nascita di Cristo mandava a Roma i suoi apprezzati aruspici (esperti in epatoscopia, avioscopia e caduta dei fulmini), ma i dati testimoniano che nella nostra comunità la credulità in tema di malocchi, fatture, oroscopi e preveggenze varie é, ancora oggi, altissima. Non solo tra i ceti più umili, ma anche nella media e alta borghesia, che dovrebbe essere meno ingenua e più disincantata e smagata. Pare che a sollecitare le richieste di prevedere il proprio domani (in amore, in salute, in denaro: queste le tre grandi aree di massimo interesse) sia la speranza da un lato e la solitudine dall'altro. Cara mi costa questa sete di conoscenza del "futuro", a tener conto delle cifre snocciolate nell'interessante pomeriggio al Morlacchi.
La parte del leone la fanno i "call center" h24 (una decina dei quali hanno sede a Perugia e nel suo circondario) che si fanno pagare a scatto, magari con domiciliazione bancaria, ma anche le "consulenze" dirette non sono certo a buon mercato. Il pendolino, la lettura dei tarocchi, le fatture e il togliere il malocchio, persino il curare malattie del corpo e della mente sono le specialità (nulla di nuovo sotto il sole) dei maghi di casa nostra. E il fenomeno, non da oggi, é al centro dell'interesse dei giuristi, uno dei quali - Francesco Antolisei - in un testo universitario si chiedeva, brutalmente ma non a torto, in tema di truffe, raggiri, inganni legati alla credulità del popolino: "Ma può lo Stato farsi paladino degli imbecilli?"
Accanto a questi aspetti - numerosi i casi finiti nelle aule giudiziarie anche in Umbria (omicidi, tentati omicidi, istigazione al suicidio, stupri, truffe di ogni tipo) - ci sono poi gli scongiuri, gli amuleti, le scaramanzie. In tema di sport, e nel calcio in particolare, ci sarebbe da divertirsi a raccontare fissazioni e manie di grandi campioni e di mezze tacche.
Aveva ragione Catone il Censore a domandarsi come mai quando due venerati, corteggiati e pagatissimi aruspici si incrociavano lungo la Via Sacra, non scoppiassero a ridere per la dabbenaggine dei loro clienti, che era alla base della loro fortuna.

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