Usi e abusi di identità e memoria. Musei e memoriali della Shoah
Un’affollatissima conferenza dell’architetto Luca Zevi si è tenuta presso l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria a cui hanno partecipato gli studenti del Corso di Laurea in Ingegneria edile-Architettura, ma anche una rappresentanza degli studenti delle classi quinte dell’Istituto per Geometri e del Liceo Artistico e di studenti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” oltre che affermati professionisti accorsi da tutta l’Umbria; una conferenza che per i modi e i contenuti si è trasformata in una vera e propria lezione magistrale.
Dopo i saluti del Preside della Facoltà Gianni Bidini, del Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Annibale Luigi Materazzi, di Roberto Baliani per l’Ordine degli Ingegneri di Perugia, di Giuliano Mastroforti per l’Ordine degli Architetti di Perugia, di Giovanna Signorini per l’Istituto Nazionale di Architettura Umbria, di Franco Marini per l’Istituto Nazionale di Urbanistica Umbria, di Gustavo Reichenbach e Alberto Krachmalnicoff rispettivamente Vice-Presidente e Past-President dell’Associazione Italia Israele Perugia e di Paolo Belardi e Simone Bori, docenti della Facoltà e organizzatori, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” Perugia, dell’evento nell’ambito dei corsi integrati di Progettazione digitale e Laboratorio di progettazione digitale, Luca Zevi ha preso la parola per discutere dal punto di vista architettonico sugli usi, ma anche sugli abusi, dell’identità e della memoria della tragedia vissuta dalle popolazioni ebraiche, con particolare riferimento ai musei e ai memoriali della Shoah.
La prima parte della lezione si è concentrata su un’approfondita analisi storico-critica delle esperienze architettoniche del passato, più o meno recente, dal mausoleo ai martiri delle Fosse Ardeatine a Roma allo Yad Vashem Holocaust History Museum a Gerusalemme di Moshe Safdie, dal museo ebraico di Daniel Libeskind al memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa di Peter Eisenman a Berlino. Zevi ha successivamente illustrato nel dettaglio, sia dal punto di vista compositivo e figurativo sia da quello funzionale, il suo recente progetto per il Museo Nazionale della Shoah che sta per essere realizzato a Roma nei pressi di Villa Torlonia.
Si è trattato per tutti i partecipanti di un’occasione di riflessione importante e dal carattere fortemente simbolico in cui i temi dell’identità ebraica e della memoria della Shoah si sono fusi con quelli dell’architettura e dell’ingegneria. In particolare per gli studenti, vista l’alta attenzione suscitata dall’argomento trattato, è stata sicuramente una lezione che li ha arricchiti sotto molteplici aspetti, soprattutto dal punto di vista formativo, pensando a quando saranno chiamati a riflettere da progettisti sui temi di cui l’architetto Zevi ha parlato, ma anche da quello culturale, perché si è sottolineato come la progettazione architettonica e ingegneristica debba compendiare aspetti tecnici e aspetti umani.




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