di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Il 7 e l’8 novembre è andato in scena al Teatro della Sapienza di Perugia “Con emozione altissima” uno spettacolo e un ricordo del pensiero di Paolo Vinti. Uno spettacolo di Sandro Mabellini, con Caterina Fiocchetti, Gianluca Liberali, Matteo Schifanoia, Giulia Zeetti.

Non è stato facile mettere in scena un argomento così delicato e allo stesso tempo così ambizioso. Il pensiero di Paolo, che ancora è ricordato a Perugia da chi lo ha conosciuto e ascoltato durante le sue declamazioni, ha colpito il regista dello spettacolo che ne è rimasto fulminato. “Non ho mai conosciuto Paolo – ha detto Sandro Mabellini ad Umbrialeft – ne avevo solo sentito parlare e un giorno per puro caso in una libreria ho trovato la sua trilogia che ho comprato e ho letto”.

Così Sandro Mabellini conosce Paolo Vinti, aka Paul Beathens. E se ne innamora. Si innamora del suo pensiero e dei sui scritti, del suo modo di creare scritti futuristici. “In un primo momento, leggendo i testi di Paolo – dice ancora Mabellini – vi veniva da paragonarli ai testi di Majakovskij, il cantore della rivoluzione d'Ottobre, scritti mai letti prima, di un’attualità incredibile. Interessantissima anche quell’ossessione di Paolo per una necessità rivoluzionaria in Italia, scritti futuristici ma allo stesso tempo tanto contemporanei”.

Dalla lettura dei testi di Paul Beathens non passa molto tempo prima di voler mettere in scena sul palco del Teatro della Sapienza il pensiero di Paolo. “I testi di Paolo – ci dice – comunicano qualcosa di unico, hanno una potenza tale da riuscire a parlare all’anima di tutti”.

E Mabellini ha centrato a pieno l’idea. Lo spettacolo, che non è una rievocazione del personaggio di Paolo, così tanto conosciuto in città, è un compendio al suo pensiero filosofico a come egli nei suoi anni e in tutti i suoi scritti ha spostato e reinventato il linguaggio delineando nuove traiettorie.

Così sembra anche per la scelta delle attrici sul palco, due attrici che rappresentano quello che era il pensiero di Paolo, recitando le sue poesie e sono in due proprio perché Paolo aveva abolito la prima persona singolare abolendo così anche l’individualità. Le due donne, testimoni dei sensi di Paolo, hanno parlato in coro per tutto lo spettacolo, “perché in momenti in cui è necessario farsi soggetti rivoluzionari non c’è spazio per l’io ma solo per il noi”.

Uno spettacolo, quello andato in scena, che non è un ritratto, nessuna biografia solo un frammento di quelli che erano gli scritti e il pensiero di Paolo che ha lasciato a tutti quelli che lo conoscevano e che custodiranno gelosamente.

Twitter: @ArmAlle

 

 

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