(Avi News) – PERUGIA – La figura del celebre architetto e ingegnere perugino Guglielmo Calderini è legata in particolar modo alle sue opere più celebri come Palazzo di giustizia a Roma o, nella sua città natale, palazzo Cesaroni. A farne riscoprire una sua dimensione meno nota, ma non per questo meno grandiosa, arriva negli scaffali delle librerie il volume “La costruzione pratica e l’architettura rurale. Compendio delle lezioni date nella regia Università di Pisa dal prof. Guglielmo Calderini a.a. 1885-1886”, un’opera curata da Paolo Belardi e Massimo Mariani, realizzata anche con il contributo della Banca di Mantignana e di Perugia credito cooperativo umbro.

 

Il manuale, che riproduce fedelmente 600 fogli manoscritti dall’architetto recentemente ritrovati in cui sono incluse 55 tavole grafiche con 175 disegni, è stato presentato a palazzo Penna, a Perugia, venerdì 8 novembre, in occasione di Umbrialibri 2013. Oltre agli stessi curatori dell’opera, sono intervenuti anche Marcello Morlandi, direttore generale della Banca di Mantignana e di Perugia, Roberto Baliani, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Perugia, e Marco Brunacci, redattore capo del Messaggero Umbria.

 

“Ogni giorno – ha affermato Morlandi, spiegando il perché del sostegno dato dalla banca –, percorrendo le strade della verde Umbria, ci capita purtroppo di constatare quanto pesante sia l’impatto di alcuni fabbricati agricoli o zootecnici per il mancato rispetto di alcuni elementari principi. Nel realizzare le costruzioni rurali, Calderini insegnava a non badare solamente alla convenienza economica ma a fare in modo che non fossero, come diceva lui, spiacevoli alla vista”.

 

“In questo messaggio – ha aggiunto Morlandi – abbiamo trovato delle affinità con la vocazione localistica che ci distingue da sempre. Una vocazione che si basa, non solo sul sostegno all’economia, ma anche sulla promozione e lo sviluppo degli ambiti territoriali in cui operiamo, affiancando le iniziative che tendono a valorizzarli e a salvaguardarli con un uso equilibrato e consapevole”.

 

Il testo, edito da “Il Formichiere” di Foligno, consta di un totale di 750 pagine. Oltre alla ristampa anastatica del Compendio, dispensa universitaria elaborata da Calderini circa 130 anni fa, nei primi anni di insegnamento alla regia Università di Pisa, il libro contiene anche numerosi saggi di analisi e commento sull’autore e sulle sue idee tecniche e sociali.

 

“Il sapere che abbiamo oggi – ha ricordato Mariani – è tale perché tramandatoci nella storia attraverso i trattati e la manualistica. Questo libro è importante perché riesce a spedire verso il futuro l’operato di Calderini e, allo stesso tempo, e a descrivere lo stato dell’arte in quel momento. Senza di esso, questo suo sapere sarebbe rimasto relegato in qualche biblioteca. Perché le generazioni future si evolvano, dobbiamo pubblicare e far conoscere loro la nostra tecnica, la nostra scienza, il nostro empirismo, la nostra esperienza. Il sapere di Calderini, che egli stesso distribuisce a ogni livello, dimostra che la persona aveva una maturità e una capacità di sintesi grandiosa e che, quindi, voleva trasferire la propria conoscenza al futuro”.

Condividi