Calcio Campionato Pulcini 2005/ Ignozza e Repace indignati per la rissa genitori
PERUGIA - Il Presidente del Comitato Regionale del CONI Umbria Domenico Ignozza insieme al Presidente del Comitato Regionale Umbria della F.I.G.C. Luigi Repace uniscono le proprie forze per denunciare la gravità e l’inaccettabilità dei fatti verificatisi durante la partita del Campionato Pulcini 2005 tra le Società San Giovanni Bosco e Grandoni, finita con il litigio e le botte tra i genitori.
Un evento che spinge necessariamente a una profonda riflessione. Bambini che giocano e si divertono sul campo; genitori che, invece, sfogano le proprie frustrazioni, fomentate anche dai vizi e dalle esaltazioni trasmesse dal calcio professionistico attraverso i mass media.
Eppure, dovrebbero essere proprio i genitori a trasmettere ai propri bambini i valori del rispetto, della lealtà e della correttezza, e a far capire loro il vero significato dell’attività sportiva. Dovrebbero essere loro a insegnare il sano divertimento di correre dietro a un pallone.
Ma di fronte a fatti del genere, anche il lavoro quotidiano di Dirigenti e Società risulta annullato.
Il loro sforzo per permettere a tutti i ragazzi, anche i meno agiati, di praticare sport, cercando di insegnare doti e qualità calcistiche ed umane, viene invalidato da genitori che vedono nell’esaltazione del loro baby-calciatore uno sfogo e un motivo di vanto.
Inutili anche i commenti di tutti quei personaggi politici e non che si occupano di questioni calcistiche solo quando hanno la possibilità di denigrare il lavoro di chi, invece, si occupa giornalmente ed assiduamente delle criticità di questo mondo, cercando di apportare continue migliorie. Gli stessi che cercano appigli di ogni tipologia per godere di un effimero momento di visibilità, sentendosi giudici superpartes e, quindi, autorizzati a dispensare consigli ed insegnamenti il più delle volte, per non dire sempre, futili e scontati.
CONI e Comitato Regionale Umbria metteranno in campo tutte le loro competenze per prevenire il ripetersi di episodi così incresciosi, che ledono inevitabilmente l’immagine di quella disciplina che maggiormente rappresenta lo sport umbro, in quanto coinvolge il maggior numero di tesserati e, di conseguenza, di Dirigenti, collaboratori e tifosi: il calcio.
L’obiettivo è quello di insegnare a tutti comportamenti di fair play, sanzionando chi non rispetta le regole, ma lasciando a tutti gli altri la possibilità di continuare a seguire i propri bambini negli impianti sportivi.
Pertanto, niente stop dei Campionati o chiusura degli spalti; si punta piuttosto a progetti concreti, che promuovano l’educazione nelle scuole e nei settori giovanili.
Il Comitato si è già mosso in questa direzione, partendo dalla ferma convinzione che i più giovani possano e debbano essere un fattore di fondamentale importanza per far crescere nella società una partecipazione sportiva sana e radicata, sul campo come sugli spalti, attraverso un corretto avvicinamento alla pratica motoria, alimentare e sportiva in genere.
Perché è necessario ricordare che lo sport è lo strumento educativo più efficace e coinvolgente per far apprendere corretti stili di vita ai bambini, alle loro famiglie e all’intera popolazione di un territorio.

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