PERUGIA - A Perugia, per tutta la notte scorsa e' stato un continuo pellegrinaggio di giovani e meno giovani nella chiesa di San Prospero (la piu' antica della citta' risalente ai secoli VII-VIII) ubicata nel complesso dell'Istituto Salesiano, dove, nel pomeriggio di ieri era stata accolta l'urna con le reliquie di san Giovanni Bosco.

 

L'urna, che sta compiendo un pellegrinaggio in tutte le comunita' salesiane del mondo in preparazione del bicentenario della nascita del Santo (1815-2015) e' giunta nel capoluogo umbro, dove sono in corso le celebrazioni per i primi 90 anni di presenza salesiana in Umbria.
 

La lunga veglia notturna di preghiera davanti alle reliquie di San Giovanni Bosco (per l'esattezza il suo braccio e la sua mano che hanno abbracciato, accarezzato e benedetto tanti ragazzi) e' stata animata dai seminaristi perugini - riferisce un comunicato dell'archidiocesi - e da non pochi giovani della Pastorale giovanile diocesana.
 

Questa mattina, all'esterno della chiesa di San Prospero, l'arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, insieme al direttore dell'Istituto Salesiano, don Tadeusz Rozmus, e ai parroci della citta', ha celebrato la messa dedicata ai giovani. Durante l'offertorio alcuni studenti del Centro di formazione
professionale dell'Istituto "Don Bosco" hanno portato in dono i "frutti" del loro studio-lavoro. Da segnalare che l'75% degli allievi del Centro di formazione professionale salesiano trova un'occupazione al termine dei corsi e dopo il tirocinio presso aziende.

 

Al termine della messa, l'urna con le reliquie e' stata salutata da numerosi fedeli riprendendo il suo pellegrinaggio per l'Italia centrale, facendo sosta a Terni.
 

L'arcivescovo - prosegue il comunicato - si e' soffermato sul significato delle reliquie: "Il suo braccio - ha detto - che, come il braccio di Mose', tante grazie ottiene dal Signore e che ha benedetto, la sua mano che ha accarezzato i bimbi, che si e' levata tante volte per assolvere e perdonare, che ha stretto Gesu' Eucaristia, che ha asciugato tante lacrime, e' un segno efficace della sua presenza. Noi stamani vogliamo ringraziare il Signore per averci donato Don Bosco: questo pastore buono e fedele, questo padre dal cuore immensamente grande, questo autentico maestro di vita, questo integerrimo maestro e amico dei giovani. Una paternita', la sua, radicata nel cuore di Dio".
 

"Egli era profondamente convinto - ha, fra l'altro sottolineato mons. Bassetti - che ogni lavoro, ogni opera compiuta nella volonta' di Dio e per il bene del prossimo, fosse di per se stesso preghiera. Il lavoro e' preghiera. Con questa profonda intuizione Don Bosco ha aperto una nuova strada di
santita' per tutti i laici, anche per coloro che esercitano le professioni piu' umili".

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