Festival del Giornalismo, verità a confronto
Gli assessori regionale Fabrizio Bracco e comunale Andrea Cernicchi hanno annunciato una conferenza stampa sull’International Journalism Festival. I quotidiani locali hanno annunciato che diranno la loro verità.
Se sarà così avremo il risultato che, come nel film Rashomon di Kurosawa, ci troveremo di fronte a più racconti magari tutti credibili, ma contrapposti. Gli animi saranno ancor più riscaldati, i rancori più forti e la probabilità di un deragliamento diventerà certezza.
Ma è di questo che ha bisogno Perugia? Che si vada verso una strada senza ritorno?
Perugia con la storia di Meredith, dello spaccio, del gesso originale del Canova frantumato, del muro etrusco deturpato da enormi chiodi ha già imboccato una china pericolosa. Non può permettersi di precipitare ancora più in basso perdendo il Festival Internazionale del Giornalismo. Una manifestazione che collega cultura, comunicazione e buona politica. Necessaria non solo per il ritorno economico e di prestigio che da, ma perché è un esempio per i giovani: gli dimostra che, nonostante tutto, c’è un mondo nuovo che li aspetta. Gli dice anche, e speriamo che continui a dirglielo, che di quel mondo Perugia fa parte.
Tra gli affreschi del Collegio del cambio di Perugia c’è quello di Catone. È messo in un punto tale che poteva essere visto dai Priori dell’Arte. Sotto di lui un’esortazione scritta in latino che tradotta dice: “Chiunque tu sia, che ti alzi a pronunciare un discorso con parole solenni, o ti appresti a rendere giustizia al popolo, deponi gli affetti privati. Chi ha il cuore turbato dall'amore o dall'odio, non può seguire la retta via"
La Presidente Catiuscia Marini, il sindaco Wladimiro Boccali. L’assessore comunale Andrea Cernicchi e quello regionale Fabrizio Bracco in questi giorni dovrebbero pensare a quell’esortazione. Al fatto che chi ha responsabilità di governo ha un dovere in più rispetto ai cittadini comuni: quello di dominare le proprie irritazioni pensando al bene comune.
Il loro compito non è quello di far saltare il tavolo. Di farsi prendere la mano dai profeti di sventure. Ma quello - a partire dalla situazione così com’è e non come avrebbe potuto essere o si sarebbe voluto che fosse - di non sciupare in contrapposizioni energie utili per riannodare il filo di un discorso strappato.
Vanni Capoccia
Società Generale Mutuo Soccorso fra gli Artisti e gli Operai di Perugia

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