Elio Clero Bertoldi

 

PERUGIA - Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, è il personaggio su cui è stata varata una Docu-fiction, che sarà presentata il prossimo 9 novembre all'auditorium San Domenico di Narni. Il film verrà presentato dal professor Franco Mezzanotte (Storia medioevale), dal regista Adrio Testaguzza, dal produttore Marcello Traversini e dal giornalista Angelo Sferrazza. Hanno assicurato la loro presenza il sindaco della città Francesco Rabotti, il presidente della provincia di Terni Feliciano Polli, il presidente della giunta regionale Catiuscia Marini, il presidente della Camera di Commercio di Terni Enrico Cipiccia, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Terni Marco Fornaci e il presidente di Sviluppumbria Mauro Agostini.

 

Erasmo (1370-1443), che in realtà si chiamava Stefano, nacque a Narni ed era figlio di un fornaio di Duesanti di Todi e di Camilla Gattelli, anche lei tuderte. Fu uno dei capitani di ventura più famosi e vincenti della sua epoca. Combatté al servizio di Firenze, del Papa Martino V, ma soprattutto della Repubblica di Venezia. Era stato iniziato alle armi, lui oscuro soldato, sotto le insegne di Cecco Broglia di Assisi, ma era ben presto passato al servizio del ben più famoso Braccio Fortebraccio da Montone.

 

 A Brescia salvò l'esercito e la Serenissima gli inviò sul campo il bastone di Capitano generale della Repubblica, lo nominò nobile e organizzò in suo onore un grande torneo cavalleresco. Come capitano generale del Leone di San Marco affrontò più volte gli eserciti del Visconti e la sua più bella vittoria, fu la conquista di Verona il 17 novembre del 1439.

 

Purtroppo quella fu la sua ultima impresa, in quanto poco dopo venne colpito da apoplessia. Fu sepolto nella basilica di Sant'Antonio di Padova. Tra le singolarità che riguardano il Gattamela (il suo nome di battaglia, forse perché si infilava in testa un cimiero a forma di gatta color miele o forse perché era molto veloce nelle azioni di guerra ma non crudele, contrariamente a molti capitani di ventura) il fatto che avesse una deformità (tre testicoli) che cercava disperatamente di nascondere.

 

 Alla sua morte la vedova Giacoma Bocarini Brunori commissionò a Donatello la splendida statua equestre in bronzo, che campeggia in piazza a Padova. Si dice che l'artista venne pagato con 1650 ducati d'oro (ogni ducato, di oro zecchini, pesava 3 grammi e mezzo).

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