Isola del Libro Trasimeno/ Terza Giornata: Mogol in dibattito su parola e onestà
ISOLA MAGGIORE - L'importanza delle parole. Il senso profondo della vita e dell'onestà. Moralità e spiritualità. L'Isola del Libro diventa un luogo di discussione dove approfondire le grandi tematiche sull'esistenza. Se ne parla in un giardino che si staglia sul Trasimeno in un clima conviviale e disteso senza presunzione, ma solo per il piacere di confrontarsi e ascoltare quello che nei libri c'è oltre alle parole. Ospiti e relatori d'eccezione Mogol, il giornalista Rai Mino Lorusso e lo scrittore Marco Rufini. È l'essenza stessa della Kermesse entrata nel suo vivo.
" Il libro ancora è vivo ed è importante - spiega Lorusso - Esiste un malato grave oggi che è la parola. In questi ultimi decenni se ne fa un uso spropositato spesso senza comunicare nulla. Ma esiste unità tra la parola il creatore e la verità. La parola oggi sembra andare in una direzione e la verità dall'altra. Nella crisi della parola vi è la crisi della verità. Quindi l'invito è riappropriarsi della parola, della nostra anima di quello che lasci una traccia nelle coscienze di tutti noi".
Se esiste qualcuno che ha lasciato con le sue parole un segno indelebile questi è proprio Mogol, un libro di aforismi il suo "Ciliege e Amarene", perché "scrivendo cose brevi si corre meno il rischio di sbagliare", suscitando il sorriso nei moltissimi presenti, poi il tono si fa serio e mai serioso "La parola è un insieme di suoni che diventa un fatto concreto nel momento in cui rispetta la verità - argomenta l'autore alla folla rapita - Il problema oggi è essere fedeli alla verità e cercare di fare delle ricerche oneste, e questa confusione la pagano gli ingenui che alla fine finiscono di credere alle bugie. Noi non siamo eterni c'è una scadenza e se noi non rispettiamo questa vita abbiamo fallito. Abbiamo vissuto invano.
"Chi accetta di essere vittima fa parte della truffa" accettare qualsiasi cosa succeda con rassegnazione così ci si può opporre con le parole se queste hanno un senso altrimenti aiutano le bugie". È sempre Mogol ad introdurre anche l'opera di Marco Rufini "Questo libro - spiega Mogol- l'ho letto e non ho potuto lasciarlo mi ha tenuto attaccato alla lettura. Questa è la storia di Fortebraccio, un personaggio straordinario che non merita di non essere noto. Un uomo che è rimasto orfano dei genitori perché la famiglia avversa ha massacrato i suoi cari. Rimase a Montone vendicò la famiglia per poi essere costretto a darsi alla fuga divenendo capitano di ventura. Costruì un esercito potentissimo con il quale assediò anche Roma. Visse nel 1400 questo personaggio straordinario. Un uomo, poco italiano oserei dire per il suo carattere ma con la grande ambizione di noire questo nostro paese".
Sabato prossimo si riparte con un altro fine settima pieno di appuntamenti.

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