Panicale, Teatro Cesare Caporali, Progetto internazionale in collaborazione con Conservatorio Nazionale di Friburgo Pioggia  -  Regen Hanns Eisler (1898-1962) 14 Arten den Regen zu beschreiben, op. 70 (1941) per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte esecuzione insieme alla proiezione del film muto „Regen“ (1929) di Joris Ivens

 

Andru Matuschka

(*1996)

Streichtrio (2013, UA)

per violino, viola e violoncello

Prima esecuzione mondiale

 

Daniel Chernov

(*1988)

Trio (2013, UA)

per flauto, clarinetto e pianoforte

Prima esecuzione mondiale

 

Martin Bergande

(*1960)

Neues Werk (2013, UA)

per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello (e pianoforte)

Prima esecuzione mondiale

 

Alexander Grebtschenko

(*1975)

Regen (2012)

per flauto, clarinetto, violino, viola e violoncello

esecuzione insieme alla proiezione del film muto "Regen" (1929) di Joris Ivens

 

 

Ensemble dell' Istituto per la Nuova Musica dell' Hochschule für Musik di Friburgo

Judica Beckmann, Flauto

Anri Nishiyama, Clarinetto

Hazel Beh, Pianoforte

Andru Matuschka, Violino

Fiona Doig, Violino/Viola

Susanne-Sophie Müller, Viola

Sophie-Justine Herr, Violoncello

 

Sven Thomas Kiebler, Direzione

 

Traduzioni: Clara Samonà
Hanns Eisler (1898-1962) - 14 Arten den Regen zu beschreiben op. 70 (1941)

Portata a termine nel 1941 e nata per il cortometraggio sperimentale di Joris Ivens „Regen“ (Pioggia, 1929), nell'ambito di un progetto di ricerca presso la New School for Social Research di New York sulle nuove possibilità dell'uso della colonna sonora in un film, l’opera „14 Arten den Regen zu beschreiben“ (14 modi di descrivere la pioggia) fu dedicata da Eisler al suo insegnante Arnold Schönberg. Il riferimento alla strumentazione del „Pierrot Lunaire“ di Schönberg e la rigorosa applicazione della dodecafonia fanno di questa dedica anche un hommage.

Non senza influenza sulla musica per film di Eisler, deve essere stata anche la „Begleitmusik zu einer Lichtspielszene“ op. 34 (1929/30) (Musica d'accompagnamento per una scena cinematografica) di Schönberg. Il fatto che la „Begleitmusik zu einer Lichtspielszene“ sia stata infine realizzata senza film, e che di conseguenza questa colonna sonora sia stata stilizzata in un ideale, forse anche in un'utopia di musica per film „perfetta“ (dunque una musica per un film „immaginario“ e non una musica per un film „reale“), potrebbe avere lasciato tracce in „14 Arten“ di Eisler.

Sembra quasi che Eisler non voglia essere da meno, nella straordinaria espressività e nella „supremazia“, dell'opera schönberghiana. Il fatto che „14 Arten“ sin dalla sua nascita abbia conosciuto di gran lunga più esecuzioni da concerto che esecuzioni insieme al film di Ivens, potrebbe esserne un indizio.

Eisler si limita con la sua musica essenzialmente all'azione esterna (scene ad Amsterdam sotto la pioggia) e interna (Cfr. Manfred Grabs: „Il „riflettere“ porta oltre la relazione con l'immagine e trasforma la pioggia in un simbolo della tristezza“) del film. Proprio questa riduzione, pari a un concentrato, e la personale relazione di Eisler con il tema della „pioggia“ (appunto 14 modi di descrivere la pioggia e non per esempio 5 o 32), rendono talora difficile l'affermarsi dell'“immagine“ di fronte al „suono“. Una situazione che emerge soprattutto nella relazione tra la musica e la lunghezza piuttosto uniforme delle inquadrature (montaggio tra 1 e 7 secondi di lunghezza) e nelle successioni del movimento all'interno. „14 Arten“ di Eisler sono infine anch’esse un esperimento, che può riuscire o fallire: ciò dipende dal ruolo doppio di spettatore e ascoltatore, insomma dallo „spettascoltatore“.

 

 

Alexander Grebtschenko – Regen (2012)

Grebtschenko non è impegnato soltanto a seguire il montaggio, che nel film „Regen“ di Ivens produce sempre inquadrature delle immagini tra 1 e 7 secondi (rarissimamente di meno o di più, in modo da non eccedere), ma soprattutto nel movimento all'interno delle inquadrature. In questo modo la musica per film „Regen“ presenta in totale tre piani di decorso temporale: azione del film, montaggio, movimento all'interno dell'inquadratura delle immagini. Nella musica questo corrisponde a: elaborazione motivica sull'andamento complessivo (azione), strutturazione metrica (montaggio), modulazione temporale della struttura metrica (movimento all'interno dell'inquadratura delle immagini). Con ciò la musica di Grebtschensko non si impone mai sull'immagine, ma lascia spazio alla ripresa della telecamera (anzi immagina talora spazio aggiuntivo), per lasciar diventare l'immagine visibile e udibile.

 

 

Andru Matuschka, Trio d'archi (2013)

Da tre anni mi interessa molto l'astronomia. Questo interesse comprende anche lo studio della letteratura scientifica e delle fotografie di oggetti come galassie, nebulose e ammassi stellari nello spazio.

Tuttavia per me è ancora più interessante e particolarmente affascinante osservare questi oggetti direttamente nel cielo stellato. Ciò significa guardarli coi propri occhi e provare a comprendere quanto meglio possibile le loro strutture. La maggior parte degli oggetti appaiono all'occhio attraverso i telescopi, diversamente dalle famose foto a colori, in diffuse tonalità di grigio, e occorre un lavoro concentrato per coglierne visivamente le strutture. Queste strutture sono, nelle galassie, per esempio bracci a spirale, regioni di formazione stellare e fasci di polvere, nelle nebulose di gas, onde shock e nuvole scure.

In alcuni casi esse sono così distintamente riconoscibili che la visione sulle prime è spettacolare. Presso un numero superiore di oggetti queste strutture si mostrano, però, come sottili differenze di luminosità. Per coglierne la complessità è necessario un modo di vedere più consapevole rispetto al quotidiano. A volte, anche dopo un'assidua osservazione, rimane l'insicurezza se davvero sia stato visto qualcosa oppure si sia trattato soltanto del frutto di una discreta forma di immaginazione. Il raggiungimento di questo confine della percezione appartiene alle cose che rendono l'osservare avvincente.

Una questione molto importante è anche la conoscenza della natura degli oggetti, le loro dimensioni, luminosità, velocità e la loro estrema distanza, attraverso la quale essi appaiono così esili. Le vedute che si offrono in questo modo in uno scuro cielo notturno, hanno un'estetica propria, molto particolare. Io tento di fissarla e riprodurla traducendo il più possibile in modo preciso la mia impressione degli oggetti in disegni sulla carta.

Il mio interesse per l'astronomia si rispecchia presumibilmente nelle mie composizioni, anche se non so esattamente dire in che modo.
Ensemble dell'Istituto per la Nuova Musica dell'Hochschule für Musik di Friburgo

 

L'Istituto per la Nuova Musica di Friburgo, sotto la direzione del Prof. Cornelius Schwehr, è in Germania il più antico del suo genere (fondato nel 1964 da Wolfgang Fortner, ampliato da Klaus Huber e mandato avanti da Mathias Spahlinger).

La sua tradizione viva si riflette anche nell'ensemble dell'Istituto sotto la direzione di Sven Thomas Kiebler. L'ensemble elabora regolarmente programmi con musica contemporanea e si esibisce in numerosi concerti interni ed esterni all'Hochschule. Nella cornice dei concerti per giovani compositori „Junge-Komponisten-Konzerte“, in cui si ascoltano opere degli studenti della classe di composizione, così come nell'ambito della musica per film („Film live – Musica live“), della musica elettronica o dell'esame finale di composizione, viene presentato un ampio spettro di nuovissima musica da camera. Inoltre vengono studiati ed eseguiti „classici“ del XX secolo o opere di compositori significativi ancora in vita, che da tempo appartengono al corrente repertorio concertistico e sono perciò parte di una vasta formazione degli studenti.

La conoscenza di nuove tecniche di esecuzione e la cooperazione dei partecipanti (l'elaborazione delle opere insieme ai compositori) nel senso di una realizzazione imperniata sulla pratica entro il genere „Nuova Musica da camera e per ensemble“, così come l'ampliamento dell'orizzonte estetico hanno condotto ad alcune ragguardevoli esecuzioni, come ad esempio „Farben der Frühe“ di M. Spahlinger per 7 pianoforti, il progetto di musica per film „Regen“ (quattro musiche per il film sperimentale di Joris Ivens), „Pierrot Lunaire“ (il melodramma di Schönberg in combinazione con prime esecuzioni assolute di studenti di composizione) o il concerto d'apertura del Festival „EuroMicroFest“ con opere di musica microtonale.

La continuità di questo lavoro e la costante apertura nei confronti del „non conosciuto“ hanno portato un vivace panorama di Nuova Musica nella regione, il cui significato gode di riconoscimento internazionale.

 

Martin Bergande

Nato nel 1960 a Düsseldorf. Studio della composizione con Klaus Huber e Helmut Lachenmann e studio della teoria musicale e della musicologia. Premi di composizione delle città di Ancona, Avignone e Stolberg. Esecuzioni tra gli altri presso il Festival Rheinischen Musikfest, Festival Sinkro, Eclat, Lucero Festival, Daegu Contemporary Music Festival, Autunno Musicale, Dartington International Summer School e presso l'Autunno di Varsavia.

Martin Bergande è direttore amministrativo dell'Istituto per la Nuova Musica dell'Hochschule für Musik di Friburgo. Insegna teoria musicale presso l'università e la Musikhochschule di Friburgo. Nelle sue composizioni, conferenze e pubblicazioni è più importante per lui porre domande che trovare risposte.

 

Daniel Chernov

Daniel Chernov, nato nel 1988 a Buenos Aires (Argentina), ha studiato composizione con il Prof. Mariano Etkin e composizione elettroacustica presso l'Università di Quilmes. Dal 2011 studia composizione (Bachelor) con il Prof. Cornelius Schwehr presso l'Hochschule für Musik di Friburgo.

 

Alexander Grebtschenko

Nato nel 1975 a Varna in Bulgaria, A. Grebtschenko ha studiato composizione fino al 2002 con il Prof. Cornelius Schwehr e musica elettronica con il Prof. Mesias Maiguashca presso la Musikhochschule di Friburgo. Tra il 2004 e il 2011 ha diretto lo studio per musica elettronica e elettroacustica della Musikschule di Costanza. Attualmente lavora presso lo studio di musica elettronica e acustica (SELMA) e presso lo studio per Musica per film della Musikhochschule di Friburgo. Ha ricevuto numerose borse di studio, tra le altre una borsa della fondazione Landesgraudiertenförderung nella disciplina „acustica“, una del Presidente della Repubblica federale, una nell'ambito dei Donaueschinger Musiktage. Trasmissioni radio, tra le altre, presso DeutschlandRadio Berlin, SWR, RDL, WDR. Esecuzioni in molti paesi europei, in Canada, Usa, Australia e Cina (EXPO 2010 a Shangai). Opere commissionate tra gli altri da Ensemble Recherche, Duo Contour, Duo Fluktuation, Ensemble Alarm, Ensemble Chronophonie.

 

Andru Matuschka

Andru Matuschka, nato nel 1996, ha preso lezioni di composizione da Jan Kopp a Stoccarda ed è stato vincitore tra gli altri del concorso federale di composizione e del concorso di composizione dei Berliner Philarmoniker, nel quale è stata eseguita in prima assoluta la sua opera „Mosaik“. Nel 2010 è stato studente di violino del Prof. Albrecht Breuninger presso la Musikhochschule di Karlsruhe e di composizione del Prof. Cornelius Schwehr presso la Hochschule für Musik di Friburgo e ha ricevuto il premio „Hoffnungspreis“ della fondazione culturale europea (Europäische Kulturstiftung). Dal 2011 studia composizione con il Prof. Schwehr, violino con la Prof. Muriel Cantoreggi e dal 2013 parallelamente teoria musicale con il Prof. Otfried Büsing. Matuschka è uno dei più giovani studenti della Hochschule für Musik di Friburgo.

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