Umbria Jazz - Sarah McKenzie, una notte di note e meraviglie
Di Armando Allegretti
PERUGIA - Dicono di lei che sia nata cantando jazz. Ha una dote innata, accarezza i tasti del pianoforte e produce una melodia che sa coinvolgere intimamente il pubblico. È, per così dire, una vecchia conoscenza, abbiamo imparato a conoscere Sarah McKenzie, la giovane cantante e pianista australiana, ad Orvieto ad Umbria Jazz Winter 20 e l’abbiamo riascoltata a Perugia sul palco dei Giardini Carducci. Da allieva del Berklee College of Music ai concerti quotidiani di Umbria Jazz, ne ha fatta di strada ed è riuscita a conquistare una posizione di privilegio nella kermesse musicale umbra.
La sensazione che ha trasmesso, nel concerto pomeridiano, è stata quella di incuriosire e stregare i passanti. Non solo un pubblico jazzofilo che conoscendola ha occupato le prime file per godersi lo spettacolo ma chiunque attraversando i giardini, anche per un momento, si è fermato ad ascoltarla. Nonostante il ritmo di Sarah McKenzie non sia un ritmo che ti coinvolge come potrebbe succedere in un concerto rock, si resta davvero incantati ad ammirare la padronanza che ha nel legare insieme le note del suo pianoforte. Molti artisti che l’hanno conosciuta e ascoltata hanno saputo apprezzarne le doti. “È una meraviglia musicale, hanno detto, ha l’esperienza di un rodato jazzista”, hanno continuato. Qualcun altro ha commentato dicendo: “Canta con dei fraseggi che solo un vero cantante di jazz riesce a fare, contemporaneamente suona egregiamente il piano”. È stato James Morrison a dirlo, ascoltando Sarah unire passione e amore per la musica fondendole insieme per poi liberarle attraverso gli 88 tasti del pianoforte.

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