Il “pass” plastificato e appeso ad un nastro giallo e nero con il logo di “UJ” è in tutto simile a quello dei “vip” o degli “special guests”, che affollano in questi giorni l’edizione del Quarantennale di “Umbria Jazz”, soltanto più piccolo, per adeguarsi alla taglia ridotta del collo e dell’altezza del suo titolare.

Il titolare del “pass” è Polifemo, un piccolo cane bianco e nero con lontane ascendenze di “fox terrier”, che da anni – e quest’anno del “40th Anniversary” in particolare – è, nei giorni del festival, una delle “star” più fotografate e filmate dagli appassionati e dai turisti, quando se ne va in giro, libero, tranquillo e disciplinatissimo, per i Giardini Carducci o nel “back stage” dei concerti.

È la riconosciuta “mascotte” di “Umbria Jazz”, come sottolinea il direttore artistico di “UJ” Carlo Pagnotta, che si preoccupa ad ogni inizio di festival di sapere se Polifemo abbia ricevuto il suo “pass”, e ormai anche, nell’evolversi dei tempi, una sorta di “testimonial” per l’Umbria “pet friendly”, amica degli animali di affezione.

Nella terra di San Francesco, che parlava agli uccelli e ai lupi, mosso dall’amore per tutte le creature viventi, l’Umbria è una regione in prima fila per quanto riguarda la presenza dei “pets” nelle strutture turistiche, per la quale ha promosso anche un’apposita guida. All’interno della “filosofia ‘green’” del “Cuore Verde d’Italia”, sposata anche da “Umbria Jazz” con i suoi impianti ad “impatto zero” e “carbon free”, anche il piccolo Polifemo dice in questi giorni silenziosamente la sua, in favore di una “regione verde”, amica dell’arte, dell’ambiente e degli animali.

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