Umbria Jazz - Tuck & Patti, un misto di emozioni
di Armando Allegretti
PERUGIA - Lui è Tuck Andress, chitarrista, lei è Patti Cathcart, cantante. Ma nel mondo jazz sono conosciuti semplicemente come Tuck&Patti. Si conoscono da 35 anni e sin dall’inizio hanno dimostrato avere un’alchimia di voce e chitarra che ormai è entrato a far parte della storia della musica jazz. Quello che abbiamo visto al Santa Giuliana, prima del concerto principale delle 21, è stato un sodalizio artistico inscindibile e che va ben oltre le semplici regole commerciali del chi vende di più nell’universo musicale.
È stato uno spettacolo che ha lasciato col fiato sospeso in più di un’occasione, durante gli assoli di chitarra di Tuck e i virtuosismi vocali di Patti che si sono costantemente intrecciati in ritmi folk e gospel senza tralasciare i richiami alla solida formazione jazz del chitarrista del duo californiano.
L’intesa musicale della coppia, anche nella vita, oramai da 30 anni è inconfondibile e di certo non passa inosservata. La voce da contralto e l’improvvisazione di lei si fondono con il virtuosismo chitarristico di lui che esegue contemporaneamente gli accordi, la linea di basso e la melodia.
Una voce e una chitarra che sono complementari e si completano a vicenda, un’unione armoniosa, eclettica e minimalista dove lei canta e lui è l’orchestra. Tutto questo sono Tuck&Patti, una coppia che sin dagli esordi ha affascinato il pubblico e che ha trasmesso un messaggio di gioia di vivere e di amore.
Un messaggio presente in tutto il loro repertorio e che si evidenzia maggiormente nel loro ultimo album “I Remember You”, album che richiama in maniera esplicita la coppia chitarra/voce per eccellenza, Ella Fitzgeralld e Joe Pass. Repertorio che ha contribuito ad allietare la serata dei presenti al “Restaurant Stage” di santa Giuliana e a creare un’atmosfera soft ideale per apprezzare la buona cucina e il buon vino serviti in un ambiente unico.
Da ricordare, sicuramente, la rilettura in chiave jazz di “Time after Time” di Cyndi Lauper, oltre alla stupenda reinterpretazione di “Europa” di Santana e Over The Rainbow di Harold Arlen.

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