di Armando Allegretti

 

PERUGIA - Sembrava essere partito con il piede sbagliato il concerto della riappacificazione tra Keith Jarret e Umbria Jazz. Nonostante il pubblico si sia fatto trovare in standing ovation all’arrivo del trio qualche flash c’è stato e Jarret, che si sa è refrattario alle foto, ha salutato “See you later” e se n’è andato. Pubblico attonito, patron Pagnotta interviene e riporta la situazione alla normalità. Pochi minuti dopo si riparte, ma quello che va in scena al Santa Giuliana è un concerto al buio. Si perché pur di non essere fotografato Jarret chiede che le luci sul palco vengano spente. Detto fatto, solo uno “spot” accesso sul contrabbasso di Gary Peacock illumina il palco centrale di Umbria Jazz.

C’era da aspettarselo? Può darsi. La stravaganza del pianista è nota al pubblico di Umbria Jazz e un pizzico di rammarico per le offese del cantante a Perugia nel 2007 (anno in cui lasciò il palco dicendo senza troppi giri di parole “dannata città…”) aleggiava ancora sul parterre del Santa Giuliana.

Parentesi foto a parte. L’arrivo di Keith Jarrett, Gary Peacock e Jack DeJohnette è stato sempre motivo di fibrillazione sia per gli amanti del jazz presenti all’arena che per i pochi fortunati che si sono riusciti ad accaparrare gli ultimi biglietti. Fibrillazione per quanto si aspettavano e per quanto realmente hanno trovato. C’è stata una sintonia assoluta tra il pianista, il batterista e il contrabbassista che fondono insieme le loro armonie oramai da trent’anni. E se pur è vero che la loro formula è ben definita e non sorprende mai conserva sempre una naturale freschezza che solo anni di collaborazione sanno dare.

Terminato il concerto, si riparte, il trio vola a Nizza, base dei tour europei di Jarret. In Italia il trio tornerà il 16 luglio a Venezia ed il 21 luglio a Gardone Riviera. Con Perugia sembra pace fatta e chissà magari ritornerà l’anno prossimo quando Umbria Jazz spegnerà 41 candeline.

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