A Postignano, dal 6 al 12 luglio "Arte e dintorni"
Dal 6 al 12 Luglio prossimo, la Chiesa della SS. Annunziata e altri luoghi del borgo Postignano ospiteranno “Arte e Dintorni”, eventi e rassegna di film documentari sull’arte contemporanea a cura di Laura Trisorio.
Da segnalare, tra gli eventi, la performance “Save the Icon” di Roxy in The Box e una rassegna video di architettura, scultura, pittura ed alcuni del regista Pappi Corsicato
A proposito dell’iniziativa di Postignano curata da lei, Laura Trisorio afferma “Ho accettato con gioia la proposta di presentare a Postignano una selezione tra i migliori documentari dal Festival Artecinema perché mi piace pensare che un po’ dell’energia straordinaria che il Festival riesce a convogliare da diciotto anni nella città di Napoli possa arrivare in questo piccolo borgo nel cuore d’Italia, nell’augurio che diventi un centro propulsore e vitale per l’arte contemporanea. Con lo stesso intento ho proposto Roxy in The Box, perché ero sicura che con la sua forza sarebbe riuscita nella sfida audace di riportare in vita anche un mito come Elvis Presley”.
L’appuntamento con Save the Icon: Elvis Presley by Roxy in the box è il 6 luglio alle ore ore 18,00.
Alle 19,30 – Dj set Dance the Icons (anni ’70) by DJ Cerchietto
Il nuovo progetto artistico di Roxy in the box è una sperimentazione performativa/fotografica sull’uso delle icone storiche nel nostro contemporaneo. Attraverso la ricerca che l’ha condotta a “Save the icon”, l’artista ha inteso provocare lo spettatore sull’impossibilità di soluzioni all’avanzare di un “mondo liquido” che scorre sempre più veloce, che svende le icone e le nostre storie travolgendoci in un flusso che potrebbe condurci ad una liquefazione di ciò che siamo. La visione ecologica di Roxy in the box impone una riflessione sui rischi connessi all’uso/abuso di immagini, cui tutti noi siamo esposti a causa del bombing figurativo/iconografico veicolato da internet e social network.
Animata dal desiderio di “leggerezza”, per dirla con Calvino, di chi sceglie di testimoniare in termini emotivi (prima ancora che artistici) lo stato di salute della nostra storia spesso tradotta in T-shirt, l’artista ci propone un progetto ambizioso “…Save the icon in realtà è anche Save the planet”, come dichiara la stessa Roxy in the box “salviamo l’icona, salviamo il significato storico che c’è dietro un’icona, salviamo la storia da cui noi proveniamo, salviamo noi stessi, e salveremo il pianeta.”
Bio di Roxy in the box a cura di Alessia Avallone:“Inizia il suo percorso artistico a Napoli e poi a Bologna. Ma è a Napoli che decide di insediare le sue radici attraversando tutte le esperienze di vita e dolore che caratterizzato questa controversa città.
E’ da questo immenso microcosmo che insorge il suo occhio critico nei confronti della società contemporanea pronto ad indagare, colpire, schernire e smascherare tutto ciò che risiede aldilà del box.
L’arte visiva il suo campo d’indagine, silenziosa ma che tocca in profondità. Pittura, video, installazione, performance; azioni e PULP_azioni che comunicano l’arte attraverso il corpo.Cinema e letteratura i suoi punti di inspirazione. Internet il suo terzo braccio; musica il sedativo e l’anfetamina.
Roxy in the box usa come mezzo la POP ART e tutto ciò che risiede sulla superficie utilizzandone a pieno linguaggi ed icone. Annessa ad essa vi è un’altra componente che le permette di andare ben oltre la pop art stessa ovvero la riflessione, l’individuo e i suoi turbamenti, la sua sofferenza e la sua solitudine.
Il colore? Serve a vestire il suo nero come essa stessa definisce.
E’ dal suo box che rende universale il suo messaggio outside the box.
Dal 1999 inizia il suo percorso che le permette di esporre in musei, gallerie e sedi istituzionali in Italia ed all’estero. Collabora inoltre con critici e curatori d’arte.
Il percorso di Roxy in the box è oggi orientato verso l’investigazione di fotografia e video attraverso azioni performative non-live vive davanti all’obiettivo come se eseguisse una performance con taglio tonico e sguardo pittorico e di composizione che non abbandonerà mai.
Pronta ancora una volta a svelare ciò che resta inside or outside the box”.
OLTRE IL 6 LUGLIO, GLI ALTRI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA DI “ARTE E DINTORNI SONO:
9 luglio
Ore 18,00 – arte
In viaggio con David Tremlett, di Marco Bassi, Federica Restani (53’)
Ore 19,15 – architettura
Diller & Scofidio + Renfro: Reimagining Lincoln Center and the High Line, di Muffie Dunn, Tom Piper (54’)
10 luglio
Ore 18,00 – arte
The Year of Anish Kapoor, di Matthew Springford (55’)Ore 19,15 – fotografia
Mimmo Jodice, di Giampiero D’Angeli (52’)
11 luglio
Ore 18,00 – arte
8 video di Pappi Corsicato, (50’)
I colori della città celeste: Mario Merz; Around: Richard Serra; Le stelle del Canyon: Gilberto Zorio; Not Sensitive: Luciano Fabro; The illustreted Girl: Sol LeWitt; Le heaume enchantè: Mimmo Paladino; Offertorio: Jannis Kounellis; Capo Dio Monte: Luigi Ontani
Ore 19,15 – architettura
Heavenly Mud, di Ton van der Lee (52’)
12 luglioOre 18,00 – arte
Niki de Saint Phalle et Jean Tinguely: les Bonnie & Clyde de l’art, di Louise Faure, Anne Julien (55’)
Ore 19,15 – arte
Roxy in the box - Schiaffilife di Massimo Andrei (17’)
Ore 19,45 – architettura
Renzo Piano – Un concerto per Paul Klee, di Maria Teresa de Vito (26’)
Il Castello di Postignano offre un’esperienza di turismo e di vita sostenibili, fatti di sostanza e di emozioni: sessanta case perfettamente restaurate nel rispetto dell’impianto medievale delle architetture, ma caratterizzate da tutte le risorse di una vivibilità moderna - una decina di botteghe, un piccolo albergo/ristorante, una sala conferenze, un centro servizi, l’antica chiesa, oggi luogo di eventi culturali, artistici e di intrattenimento. Qui i restauri hanno svelato affreschi di antica bellezza, tra i quali una Crocifissione del XV secolo apparsa dietro una parete crollata.
Alla fine degli anni ’60, l’architetto americano Norman F. Carver definì il Castello di Postignano come l’archetipo dei borghi collinari italiani, tanto da riprodurre le imponenti case-torri del borgo, aggettanti l’una sull’altra, nella copertina del suo libro fotografico “Italian Hilltowns”.
Il borgo di Postignano (esempio meglio conservato tra i villaggi fortificati della Valnerina) ha forma di triangolo, con torre di avvistamento in alto e mura che circondano le abitazioni costruite sul declivio di una collina.
Il Castello fu conteso da Foligno e Spoleto e prese parte alle guerre tra guelfi e ghibellini. Soprattutto tra il XIV e il XV secolo, il borgo ebbe una fiorente economia basata su agricoltura, attività forestali, artigianato del ferro e canapa.
A partire dal XVI secolo la sua popolazione cominciò a diminuire; nel corso
del ’900 vi fu una consistente emigrazione. Nel 1966, a seguito di un piccolo cedimento del terreno, le famiglie furono evacuate. L’abbandono provocò il deterioramento del borgo, aggravato dal sisma del 1997.
Nel 2004 il borgo è stato inserito nell’elenco dei monumenti di interesse storico artistico dal Ministero dei Beni Culturali.
Nel 2007 la Mirto srl, che aveva acquistato il borgo prima del sisma, iniziò il restauro degli edifici e degli affreschi, con il contributo della Regione Umbria e il sostegno dell’ Amministrazione di Sellano.
Informazioni al pubblico:
Mirto srl
081 7641702 - 334 1876830 - info@borgodipostignano.com
http://www.borgodipostignano.com

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