“Fratres” è un’ opera originale che attraverso la Musica, appositamente commissionata e scritta da alcuni tra i più interessanti compositori italiani contemporanei (Panni, Galante, De Rossi Re, Lucidi)  racconta nelle alterne vicende - ambizioni e sconfitte, luci ed ombre, opere e destini -  grandi figure di Santi , Capitani di ventura ed Artisti vissuti in Umbria in un passato ai confini tra storia e leggenda e le cui voci, oggi, sono affidate a parole, gesti  e suoni di un linguaggio contemporaneo che attraversa il tempo consegnandoci un messaggio sempre attuale.

        

L’Ouverture strumentale “Preghiera a Santo Francesco” – dedicata al Poverello d’Assisi, emblema di un’umanità che sceglie di sublimarsi -  apre ai quadri in cui l’opera si articola- il primo affidato al Canto lirico; il secondo alla Recitazione; il terzo alla Danza. In essi il ritratto dei personaggi viene ridisegnato esaltandone gli aspetti salienti attraverso l’immaginaria relazione con figure vissute a secoli di distanza. Svincolate dai dettagli del  contesto, le voci dialogano liberamente sull’essenza della propria tensione esistenziale, ovvero mistica, artistica e culturale, toccando temi sempre attuali come il potere e la libertà; la spiritualità e l’arte; la ricerca intellettuale, la condizione della donna;  il corpo, esaltato ed umiliato,  e la vita che  per esso si perpetua.

         

In scena, con la regia di Andrea Paciotto,  cantanti (Roberto Abbondanza e Stefano Rinaldi Miliani), attori (Emanuela Faraglia) e danzatori (Dance Gallery) con i musicisti di UmbriaEnsemble (Angelo Cicillini, violino; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello; Claudia Giottoli, Flauto; Michele Rossetti, Pianoforte) che eseguono le partiture dal vivo: Archi ad esprimere la raffinatezza di un linguaggio classico ed universale; Flauto e Pianoforte, con i loro timbri, aerei e percussivi, a sottolinearne la radice arcaica e tuttora profondamente suggestiva: a suggerire, una volta di più, le relazioni sorprendenti che legano in modo non convenzionale il passato al futuro.            

Originale, come le parole (i versi sono di B. Nencioni Pardini e N. Firmian)  e la musica di Fratres, è il suo allestimento, caratterizzato anche dalle opere di F. Fabbroni e S. Chiacchella, e la location che l’accoglie:l’aeroporto internazionale di Perugia e dell’Umbria, che diventa così un ideale ponte sospeso tra terra e cielo, intesi sia in senso materiale che metaforico; un non-luogo da cui partire per un’avventura che, prima di tutto, è quella del proprio esistere.

 

 

Ouverture- Preghiera a Santo Francesco

 Musica originale di Marcello Panni; Testo di B. Nencioni Pardini

 

Le Armi della Pietà

(San Francesco d’Assisi , Braccio da Montone)

Stefano Rinaldi Miliani– BassoBaritono;   Roberto Abbondanza – Baritono     

Musiche originali di C. Galante ; Versi di Bruno Nencioni Pardini

 

Mater et Filia et Spiritus Sanctus

(Santa Scolastica, Santa Rita)

Nicol Martini,   Emanuela Faraglia –  Voci recitanti

Musiche di M. Lucidi (dal Laudario di Cortona); Versi di Noela Firmian

 

Danzavan le Arti intorno a Maria (Cenacolo)

(Jacopone da Todi,Pietro Vannucci “Perugino”, Galeazzo Alessi)

Coreografie originali di Valentina Romito/Dance Gallery

Danzatrici: Giulia Brutti, Sara Maurizi, Debora Renzi

Musiche originali di F. De Rossi Re

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Voce fuori scena:  Claudio Carini  (Fontemaggiore Teatro S.d.I.

      

L’Ouverture strumentale “Preghiera a Santo Francesco” – dedicata al Poverello d’Assisi, emblema di un’umanità che sceglie di sublimarsi -  apre ai quadri in cui l’opera si articola- il primo affidato al Canto lirico; il secondo alla Recitazione; il terzo alla Danza. In essi il ritratto dei personaggi viene ridisegnato esaltandone gli aspetti salienti attraverso l’immaginaria relazione con figure vissute a secoli di distanza. Svincolate dai dettagli del  contesto, le voci dialogano liberamente sull’essenza della propria tensione esistenziale, ovvero mistica, artistica e culturale, toccando temi sempre attuali come il potere e la libertà; la spiritualità e l’arte; la ricerca intellettuale, la condizione della donna;  il corpo, esaltato ed umiliato,  e la vita che  per esso si perpetua.

           

Una voce maschile fuori campo sostiene come un filo narrativo le trame delle vicende rimandando ad un comune denominatore spirituale che vive, in forme e relazioni diverse,  in ogni diverso individuo, luogo ed epoca.

          

 In scena cantanti, attori e danzatori con i musicisti che eseguono le partiture dal vivo: Archi ad esprimere la raffinatezza di un linguaggio classico ed universale; Flauto e Pianoforte, con i loro timbri, aerei e percussivi, a sottolinearne la radice arcaica e tuttora profondamente suggestiva: a suggerire, una volta di più, le relazioni sorprendenti che legano in modo non convenzionale il passato al futuro.

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