I Labari ricordano il XX giugno. Vinti: "Pezzo tragico e glorioso della storia"
di Armando Allegretti
PERUGIA - Perugia è ricordata per tante cose, dalla storia agli eventi culturali fino ad arrivare alle numerose manifestazioni che riempiono l’estate dell’acropoli. Ma forse non tutti sanno che la città è anche ricordata perché ha ricevuto la medaglia d’oro del Risorgimento italiano dopo che il 20 giugno 1859 si ribellò allo Stato Vaticano subendo per mano di mercenari svizzeri una dura rappresaglia.
Dopo cinquant’anni venne inaugurato, in ricordo di quanti persero la vita negli anni precedenti, il Monumento al XX Giugno. E proprio in quegli anni, i perugini che si recavano in corteo al monumento videro appesi ai muri della città i “Labari del XX Giugno”. Gli stendardi neri, affissi come monito di quello che era successo e che doveva restare ben visibile nella memoria collettiva di tutti, affinchè il sacrificio di tanti non fosse dimenticato. I Labari, ricordavano gli episodi della repressione proprio nel luogo esatto dove avvennero. Nel corso degli anni, questi, furono conservati dai privati cittadini che in seguito li donarono alla Società di Mutuo Soccorso di Perugia che quest’anno li ha “offerti” alla città.
Infatti proprio la Società, insieme Soprintendenza dei Beni Archeologici dell’Umbria, ha organizzato una mostra nella sala ex oratorio del museo, annessa al chiostro di San Domenico di piazza Giordano Bruno, dal titolo “La memoria del XX Giugno nei Labari della Società di Mutuo Soccorso di Perugia”. La mostra che si inserisce nelle celebrazioni del XX Giugno è stata inaugurata il 15 giugno scorso e sarà visibile, gratuitamente fino al 23 giugno prossimo.
Non solo labari, ma anche scritti, immagini e pezzi rari si possono incontrare camminando nella sala dell’ex oratorio del museo, tutti oggetti sistemati nelle teche e appesi al muro che circondano un lungo striscione sistemato al centro della sala che ripercorre le tappe fondamentali dal 7 giugno 1859 fino alla costruzione del monumento al XX giugno. Grazie alla disponibilità di Vanni Capoccia possiamo ripercorrere le tappe impresse sul lungo striscione degli eventi:
il 7 giugno una manifestazione dal Corso va a Porta Sole al palazzo di Maria Bonaparte Valentini, cugina di Napoleone III di Francia alleato di Vittorio Emanuele II. Un comitato di patrioti (Francesco Guardabassi, Nicola Danzetta, Carlo Bruschi, Zefferino Faina, Tiberio Berardi) decide l’insurrezione per il 14 giugno
14 giugno 1859 numerose persone con nastri e bandiere tricolori si radunano al Corso. Successivamente si costituisce il Governo provvisorio: Francesco Guardabasssi (Presidente), Zefferino Faina, Nicola Danzetta e Tiberio Berardi (segretario), Carlo Bruschi, Filippo Tantini, Antonio Cesarei, Raffaele Omicini, Giuseppe Danzetta, Annibale Vecchi. Il Governo provvisorio con un proclama chiede ai cittadini di assecondarlo “ colla tolleranza, la concordia e la quiete, che sono il più bel pregio de’ popoli civili”.
19 giugno 1859 a Ponte San Giovanni il ventenne Pietro Ca(e)stellini viene ucciso con un colpo di moschetto mentre, fuggendo, cerca di sottrarsi alla rabbia degli svizzeri in marcia verso Perugia.
20 giugno 1859 gli svizzeri comandati dal colonnello Schimdt d’Alfort entrano a Perugia saccheggiando, ferendo, uccidendo. Perugia diventa la Città del XX Giugno
21 giugno 1859 stranieri presenti a Perugia e scampati alle stragi mettono mano alla penna. Perkins per scrivere al ministro degli Stati Uniti a Roma, la signorina Cleveland al “Times” di Londra. Grazie alle loro testimonianza i fatti del 20 giugno hanno una rilevanza internazionale.
21 febbraio 1860, ultimo giorno di carnevale. Invece di partecipare alla festa del delegato pontificio, una moltitudine di perugini si reca al Camposanto a “spargere lacrime e fiori sulle tombe de’ figli il 20 giugno 1859 trucidati”.
14 settembre 1860 le truppe del generale De Sonnaz entrano in Perugia ponendo termine alla lotta contro la dominazione pontificia. Due giorni dopo arriva in città il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, commissario generale designato a reggere le province umbre.
9 novembre 1860 viene indetto ed espletato il plebiscito di annessione al Regno d’Italia: 97.040 sì; 380 no; 205 nulli. Perugia è parte dell’Italia unita come capoluogo della Provincia umbra avendo vinto la concorrenza di Spoleto grazie ai Patrioti del XX Giugno.
9 giugno 1898 Umberto I, a ricordo dell’eroiche gesta compiute dai perugini,decreta la coniazione di una medaglia d’oro con la quale sarà fregiato il Gonfalone municipale.
20 giugno 1909 viene inaugurato il Monumento al XX Giugno. I perugini che in corteo si recano al Frontone vedono i Labari appesi ai muri del Borgo. Da quel giorno Perugia si riconoscerà non solo nell’Arco Etrusco, nella Fontana Maggiore, nel Grifo e Leone, ma anche nel Monumento che ricorda i fatti del giugno 1859.
Elementi fondamentali per comprendere e ripercorrere le tappe che hanno segnato la storia di Perugia e dei perugini. Elementi che servono a fissare nella memoria dei cittadini fatti drammatici. “Un pezzo tragico e glorioso della storia della lotta di liberazione, del popolo di Perugia, contro l’oppressione papalina”. Ha detto l’assessore regionale Stefano Vinti, incontrato stamattina alla mostra. “È un’esposizione, che tutti i perugini dovrebbero visitare. Iniziative come queste vanno sorrette, diffuse, sostenute e divulgate. Andate a visitarla”.




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