di Agnese Cupido

PERUGIA – Mancano solo cento giorni alla presentazione del progetto di candidatura per eleggere Perugia a capitale della cultura europea, mai come adesso bisogna unire le forze per mettere a punto il sistema strategico per vincere questa sfida. È proprio questo lo scopo che si è prefissata la conferenza pubblica alla Sala Congressi della Camera di Commercio, alla quale hanno partecipato il Sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, il Segretario generale Camera di Commercio di Perugia Mario Pera, l'assessore regionale Bracco, il Presidente della Federazione Perugiassisi Bracalente, l'ambasciatore Benazzo, l'architetto Savarese e il responsabile al progetto culturale della Federazione Colasanti.

La candidatura rappresenta un'opportunità imperdibile non solo per Perugia, ma per l'Umbria in generale, in quanto offre alla nostra regione la possibilità di riflettere su se stessa, di ripensarsi, di ricrearsi e di risollevarsi da una crisi che non è solo economica, ma anche culturale e sociale, una crisi che ha offuscato l'immagine della città agli occhi dell'Italia e dell'Europa. Questa candidatura può tradursi in internazionalizzazione, può essere uno stimolo a creare un'Umbria più sinergica.

 

Come ha sottolineato l'Assessore Bracco, quando si parla di capitale culturale, non bisogna pensare alla cultura soltanto nella sua accezione più ristretta, ma a una cultura che sia asse di sviluppo a livello del turismo, dell'istruzione, della ricerca, della creatività, dell'occupazione -giovanile soprattutto-. Dello stesso avviso è anche il presidente Bracalente, che spiegando il progetto di rilancio del centro storico, ha precisato che lo scopo di questo rilancio non è soltanto quello di attrarre turisti, ma soprattutto quello di rendere il centro più vivibile e abitabile, capace di creare aree occupazionali, capace di coniugare insieme passato, presente e futuro, insomma di trasformarlo in un grande laboratorio creativo a cielo aperto.  Da qui l'idea di rendere di nuovo accessibili spazi abbandonati o chiusi da troppo tempo -l'ex carcere di Piazza partigiani, ad esempio- e di indirizzarli verso nuove modalità d'uso.

 

La parola chiave è creatività. La candidatura mira a fare di Perugia una città delle idee, dell'accoglienza, del dialogo. Per questo il progetto non è limitato solo ai confini del capoluogo, ma si apre a una collaborazione con altre città umbre, Assisi in primis, in quanto città che può lanciare un messaggio interculturale, intriso di religione e pacifismo.

 

Perugia 2019, quindi, è un progetto a lungo termine di riqualificazione del quotidiano, di sviluppo. Un progetto che guarda al futuro, alle nuove tecnologie, senza rinnegare le origini. Una sfida che si vuole superare, ma può essere vinta soltanto se si è convincenti, se si crede davvero in questo progetto, se l'Umbria per intero unisce le sue energie, se si sfruttano tutti i mezzi che la tecnologia può offrire. Come ricorda Boccali, il periodo è brutto, l'ultimo rapporto della Banca d'Italia è drammatico, ma a maggior ragione bisogna reagire, senza rimpiangere il passato, ma credendo le presente e nei nostri progetti. Perugia ha tutte le carte in regola per vincere la sua battaglia.

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