“Caffè letterari: quando leggere è un gusto”, incontro con Pino Maniaci
di Valeria Cacioppa
Giovedì pomeriggio, dalle 18 alle 20, presso il 100dieci cafè, la Sinistra Universitaria UdU ha presentanto il primo evento del progetto “Caffè letterari: quando leggere è un gusto”, con il sostegno della Regione Umbria e dell’associazione di promozione sociale Trust Us. Protagonista di questa iniziativa - moderata dall’intervento di Nicola Capizzi - è stato Pino Maniaci, direttore dell’emittente siciliana Telejato, che dal 1999, anno in cui Maniaci ha acquistato la stessa, si fa fulcro dell’informazione rivolta a zone caratterizzate storicamente da una forte presenza mafiosa: Alcamo, Partinico, Castellammare del Golfo, San Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre. L’incontro, dunque, si è configurato, sin dalle prime frasi espresse da Pino Maniaci, come una discussione incentrata sui temi che al direttore di Telejato stanno più a cuore. Fra essi, l’inutilità, quando si tratta di fare nomi e cognomi dei mafiosi e dei malavitosi, di possedere un tesserino che attesti la professione di giornalista, dato che – sottolinea con impeto Pino Maniaci – per fare giornalismo antimafia, più che il tesserino, è essenziale avere il coraggio. Con ciò l’ospite allude chiaramente al fatto che, nel 2009, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista – accusa dalla quale, poi, è stato pienamente assolto. Altra tematica per la quale Maniaci ha espresso tutto il proprio legame, è quella della necessità di un’informazione del tutto scevra dai colori politici, capaci soltanto di condizionare e di inficiare la chiarezza della notizia.
La discussione, poi, si sposta sulla realtà pratica di Telejato, la piccola televisione a conduzione interamente familiare: sono infatti, soprattutto, Pino Maniaci e i due figli – Letizia e Giovanni – a dar voce all’emittente ed alle sue battaglie. Letizia Maniaci, infatti, nel 2005 è stata insignita del premio Maria Grazia Cutuli, uno dei più importanti in campo giornalistico; attenta, coraggiosa, determinata: sono queste le caratteristiche che fanno di Letizia Maniaci una vera fuoriclasse dell’informazione. Il discorso, poi, non può che vertere sul pericolo che tale professione comporta per tutta la famiglia Maniaci: lettere e messaggi minatori, attentati quali macchine incendiate varie volte e pestaggi – come quello subito da Pino nel 2008, quando Michele Vitale, figlio allora minorenne del boss Vito Vitale, ha tentato, senza successo, di strangolare il direttore di Telejato con la sua stessa cravatta. Ma a parlare solo del lato rischioso e tragico della realtà di Telejato, Pino Maniaci non ci sta: il suo orgoglio – dice col sorriso – è Telejunior, canale dell’emittente dedicata e gestita dai ragazzi, gli stagisti che in ogni periodo dell’anno accorrono a Partinico – sede di Telejato – per un’esperienza indimenticabile, capace, in pochi giorni, di mostrare a chi la compie cosa sia realmente l’informazione e la passione per la notizia. A questo proposito, Manuel Mesolella ha dato inizio, con il proprio, ai racconti dell’esperienza di Telejunior dei ragazzi presenti – Maria Luisa Scatena, Carmen ed Emanuela Ciccone, Fausta Petraccaro, Francesca Ciaramitaro e Valeria Cacioppa. L’incontro, dunque, si conclude con l’invito, ai numerosi giovani presenti, di arricchire la storia di Telejato, nonché la propria vita e crescita.

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