di Anna Laura Fanini

PERUGIA - Giovedì  30 Maggio p.v. si terrà presso il 100dieci cafè – in via Pascoli – una delle prime conferenze organizzate dalla Sinistra Universitaria – UDU, in collaborazione con la regione Umbria e l’ associazione Trust Us. Questo incontro, intitolato “Pino Maniàci e Telejato: cultura della legalità”, si inserisce in un ciclo di eventi a più ampio spettro, chiamato “La cultura come ancora di un Paese alla deriva” .

Ospite principale, Pino Maniàci, una delle maggiori figure di spicco nel panorama della lotta alle mafie.

Maniàci iniziò la sua carriera giornalistica quasi casualmente, rilevando nel 1999 l’ emittente televisiva Telejato.

I grandi sacrifici fatti in nome della giustizia e del senso del dovere, ormai rari, nei confronti del suo paese hanno condotto Telejato, nonostante le minacce le querele e i pestaggi subìti, ad essere ciò che è ora : un baluardo della legalità e della lotta a “Cosa Nostra”.

Infatti, sin dal principio, differentemente dalle altre emittenti, a Telejato vengono fatti nomi e cognomi dei mafiosi e mostrate le loro foto.

Nel gennaio 2008, in seguito alla denuncia fatta da Telejato per la costruzione di stalle abusive da parte della famiglia Vitale, detta Fardazza (straccioni, ndr) e il loro conseguente abbattimento per abusivismo, Pino ha subito un pestaggio da parte del figlio  (ancora minorenne ) dei Vitale. Una gamba schiacciata dallo sportello della macchina, costole rotte a causa delle percosse e un soffocamento sventato: Pino riesce a sfuggire dal suo aggressore. Durante il ricovero in ospedale, alla figlia Letizia, addetta alle riprese ( “gli occhi di Telejato” ), confida di voler rallentare l’ attività giornalistica, per timore delle possibili ripercussioni sulla propria famiglia. Ma Letizia non si arrende e decide dunque di andare subito in onda per denunciare l’accaduto.

L’ attività di Pino e di tutta Telejato non si arresta quindi. Nonostante i numerosi acciacchi dovuti alle percosse.  Infatti , lo stesso Pino dichiarerà in diretta: “Se mi volete fermare, dovrete spararmi”.

Nel luglio dello stesso anno, viene data alle fiamme l’ auto dell’ emittente.

Attualmente, Pino ha raggiunto l’ ingente quota di 312 querele.

Un’ altra delle questioni “scottanti”, affrontate nei vari servizi di Telejato, riguarda l’ inquinamento causato dalla distilleria Bertolino, il cui olezzo infesta il paese di Partinico (PA) dove ha sede l’emittente. E si aggiungono le querele.

Nel 2012, un ulteriore problema minaccia Telejato: il passaggio al digitale terrestre. Infatti, a causa del suddetto, le emittenti comunitarie, tra cui Telejato appunto, rischiano di essere escluse.

Pino e il suo staff ricevono la solidarietà da parte di svariati enti ed associazioni, tra cui la Sinistra Universitaria – UDU Perugia che, nel maggio dello stesso anno, organizza un incontro presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia, invitando lo stesso Pino e la “Iena” PIF. Incontro partecipato e molto gradito, non solo dagli studenti, ma dagli stessi docenti della Facoltà.

Sarà l’ inizio di una lunga serie di collaborazioni tra l’ UDU Perugia e Telejato.

L’ 8 giugno, il Ministero dello Sviluppo Economico individuerà la frequenza necessaria per Telejato che passa dall’ analogico al digitale, ottenendo più di un canale. Da qui, nasce l’ esperienza di Telejunior, interamente gestita da ragazzi, stagisti e volontari, provenienti da tutta Italia.

Il 4 Ottobre, oltre alla nuova sede dell’ emittente,  vengono inaugurati Telejunior e Tele Partinico.

In questa occasione, il 29 Settembre, scoppia un incendio presso il Monte Bonifato, luogo in cui “casualmente” sono situate le antenne dell’ emittente.  I danni sono ingenti; ma, come sempre, la famiglia Maniàci e i ragazzi della redazione lavorano instancabilmente per tentare di arginare i danni subìti. Telejato, Pino e la sua famiglia e la redazione tutta non si fermano; la libera informazione non si ferma.

Perciò la Sinistra Universitaria – UDU Perugia dà avvio al suo ciclo di eventi, incentrati su una promozione e rivalutazione della cultura in tutte le sue sfumature, partendo dalla legalità. Convinti che attraverso la Cultura si possa partecipare attivamente e consapevolmente alla vita civile, nel pieno delle libertà garantite dallo Stato.

 

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