“Si parla poco oggigiorno! Dicono: tutta colpa di internet, della chat, di facebook, di telefonini con i vari messaggi! Di fatto non parliamo e, a volte, neppure ci guardiamo più!”. E’ una delle frasi che introducono alla scoperta di “Se mi ami… parlami!” libro originale e intenso, opera prima di  Maria Cristina Zenobi nata a Trevi, residente a Montefalco, per 23 anni titolare della farmacia “di campagna” di Madonna della Stella, sottolinea la stessa autrice. Oggi la Zenobi, dopo la specializzazione in mediazione familiare alla scuola del professor De Bernard di Firenze, si dedica alla gestione dei conflitti ed è responsabile dello sportello al pubblico per lo stalking di Foligno. Moglie e mamma di una ragazza di 34 anni, la Zenobi, per iniziativa della consigliera provinciale Paola De Bonis, ha presentato il libro nella sala del Consiglio provinciale, davanti a un folto pubblico composto in prevalenza da studenti degli istituti superiori di Perugia (liceo classico Mariotti accompagnati dalla professoressa Nicoletta Ruiu, liceo scienze umane e linguistico Pieralli, accompagnati dalla professoressa Maria Isabella Nespoletti e Liceo scientifico Galilei, accompagnati dalle professoresse Daniela Ambrosi e Paola Palermi).

Il presidente della Provincia, Marco Vinicio Guasticchi, nel portare i saluti e dopo aver ringraziato la De Bonis per aver promosso la presentazione del libro, ha rimarcato l’importanza della pubblicazione che sonda in maniera lieve, ma profonda, i rapporti tra le persone offrendo delle emozioni un’immagine di forza che colpisce molto. “Un libro geniale – ha concluso Guasticchi – che invita tutti a non fermarsi alle apparenze, ma ad avvicinare gli altri con fiducia e sincero desiderio di reciproca conoscenza”. Autorevoli i relatori a partire da Raffaella Albanese, direttore del dipartimento “Sociologia delle emozioni” della Link Campus University of Malta che ha adottato “Se mi ami… parlami!” come libro consigliato per i suoi studenti e non solo. “Questo testo – ha dichiarato la Albanese – andrebbe tradotto in tutte le lingue perché ci fa riflettere e sentire meno soli. E’ un libro che consiglio in quanto apre una piccola finestra sul nostro essere portando soluzioni, facendo luce sul fatto che nessuna comunicazione virtuale potrà compensare una comunicazione empatica nell’ambito della quale hanno un ruolo fondamentale pelle e cuore”. Un libro sull’amore che passa attraverso il fluire delle parole. “Una comunicazione – ha sottolineato De Bonis che oltre all’impegno politico-istituzionale svolge l’attività di insegnante – che parte dall’ascolto. Maria Cristina ci parla con franchezza dell’amore raccontato dalle angolazioni di madre, moglie, figlia, amica, professionista… Un libro che ci mette di fronte alla necessità di comunicare bene per non rischiare di creare solchi con le parole. Il suo suggerimento è quello di ascoltare con il cuore trasferendoci in tal modo un messaggio di speranza”. Comunicare in maniera empatica, un concetto fondamentale anche per chi opera nelle pubbliche amministrazioni.

Un tema affrontato da Maria Teresa Paris, dell’associazione “Comunicazione pubblica”. “La comunicazione istituzionale ha il compito di trasferire certezze – ha evidenziato – che siano leggi, circolari, regolamenti o tempi burocratici. Ma l’obiettivo è quello di passare dallo status di informatori a quello di comunicatori e ciò è possibile attraverso l’ascolto dei cittadini dai quali cogliere proposte e suggerimenti per migliorarci. Il libro di  Maria Cristina è un condensato di forti emozioni che possono essere trasferite nelle pubbliche amministrazioni se comunichiamo in maniera trasparente e ci poniamo in una linea d’ascolto che generi fiducia”. Maria Rita Boccanera della sezione umbra dell’associazione italiana biblioteche ha messo in evidenza come un libro possa aiutare a fare un percorso dentro e fuori di sé. “Anche i lettori meno assidui troveranno una pagina grazie alla quale riconosceranno le proprie emozioni o i propri pensieri – ha detto Boccanera – perché la lettura è un viaggio all’interno di storie e di emozioni in compagnia di tanti personaggi”. “Ho scritto questo libro per rompere l’enorme indifferenza che noto in tutti noi che genera chiusura e quindi infelicità – ha spiegato infine  l’autrice -. Ho raccontato esperienze della mia vita per trasmettere quello che penso sia essenziale: la passione non disgiunta dalla ragione. Ma è importante – ha detto rivolta soprattutto ai giovani presenti - mettere la passione in tutto ciò che si fa, perché fa superare gli ostacoli della vita. La prima persona a cui ho fatto leggere questo libro è stata mia figlia, poi mio marito. Entrambi mi hanno dato la forza di pubblicarlo”. Un piccolo segreto per vivere meglio? “Sentire l’altro ci dà una grande forza, capire quello che sente può darci serenità e, forse, anche un po’ di felicità”.

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