di Giuseppe Castellini

Giorni di grande affanno, nella politica umbra, sulla partita della candidature. Le indiscrezioni fioccano e bisogna stare attenti, perché le ‘soffiate’ spesso vengono servite su un piatto d’argento ai giornalisti per tastare il polso della situazione, se non quando per bruciare un potenziale avversario. Detto questo, abbiamo cercato di parlare con alcuni ‘insider’ di solito attendibili. Ecco quanto emerso.

Con un’avvertenza. Qui parliamo di candidati con qualche possibilità di successo, tralasciando le cosiddette candidature ‘di servizio’. Che poi sono ‘di servizio’ fino a un certo punto, perché in molti casi si tratta di cercare di ottenere un credito per un ‘posto al sole’ alle prossime amministrative e alle regionali del 2010.

Centrodestra

Al momento i punti fermi, per quanto riguarda Forza Italia, sembrano essere due: Pietro Laffranco e Katia Polidori. In attesa delle decisioni di Luisa Todini, potenziale candidata fortissima che, nella parte degli eletti con il maggioritario, avrebbe notevoli possibilità di vittoria soprattutto se, alla Camera o al Senato, venisse candidata nel collegio di Terni. Terni, infatti, sia alla Camera che al Senato è un collegio molto appetibile, vista le gravi difficoltà del Pd sull’onda di quanto è avvenuto e sta avvenendo nel capoluogo di provincia. Ma sulla sua candidatura, di cui si è parlato molto in questi giorni, le bocce sono cucitissime.

Tornando alla Polidori, afferma un accreditato ‘insider’ romano di Forza Italia che potrebbe anche essere candidata in un’altra circoscrizione. La candidatura però sembra certa, perché Berlusconi alla Polidori deve non poco perché lo salvò quando, dopo la rottura con Fini, a sorpresa – in un emiciclo in cui una schiera di parlamentari ‘forzisti’ la protessero fisicamente dalla comprensibile rabbia dei finiani, facendole rapidamente guadagnare l’uscita, come documentano bene le immagini – votò a favore della fiducia al Governo. Questo nonostante che avesse aderito al progetto finiano di ‘Futuro e Libertà’ e addirittura, tre giorni prima del fatidico voto sulla fiducia al Governo, partecipò, entusiasta e immortalata dai fotografi, a una cena alle Quattrotorri di Perugia nell’ambito di un happening dei sostenitori umbri di ‘Futuro e Libertà’. Passarono tre notti e la Polidori cambiò idea, salvando il Governo Berlusconi.

Ma avanzano anche le candidature di Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, che vuole imitare il sindaco di Amatrice, Pirozzi, candidato presidente del Lazio di una lista civica e sul quale alla fine potrebbe convergere tutto il centrodestra laziale. Sempre da Roma ‘l’accreditato ‘insider’ forzista afferma che Berlusconi è favorevole alla candidatura di Alemanno. E se Silvio vuole, generalmente la cosa si fa. Altro nome in campo è quello di Fiammetta Modena, che non ha bisogno di presentazioni e che, sempre a Roma, è considerata una concreta possibilità da far correre a Perugia. Come pure è molto probabile che sarà della partita, nel collegio (Camera o Senato) di Terni, Raffaele Nevi, il cui nome è certamente in vista sul tavolo romano che deciderà le candidature.

Fin qui i movimenti in Forza Italia.

Non sarà invece della partita, molto probabilmente, Leonardo Cenci, l’anima di ‘Avanti tutta’ la cui candidatura è molto temuta dal Pd (come quella di Luisa Todini, d’altronde). Abbiamo parlato con due esponenti molti vicini a Leonardo, i quali affermano secchi che non si candiderà, nonostante lo stesso Cenci in un’intervista sulla stampa locale abbia affermato di avere avuto offerte, non escludendo in modo chiaro una sua candidatura. Anche perché per Cenci sarebbe in arrivo un incarico nazionale al Coni (e che lui senz’altro meriterebbe per quello che ha fatto e sta facendo), sponsorizzato dal presidente Malagò con cui Leonardo ha stretto una forte amicizia. Di più, tra i due c’è un afflato umano fortissimo.

Per quanto concerne Fratelli d’Italia si fanno i nomi del portavoce regionale Franco Zaffini e quello dell’assessore al Comune di Perugia, Emanuele Prisco. Anche se al momento non c’è alcuna conferma. Ma sia per i candidati della Lega, di cui al momento non si sa nulla se non tanto chiacchiericcio, che per quelli di Fratelli d’Italia non si sa chi correrà per il maggioritario. Perché, ora che i collegi del maggioritario stando ai sondaggi appaiono, dove più dove meno, in Umbria tutti contendibili, nel centrodestra tali collegi sono allettanti un po’ per tutti. E sarà una corsa, sul tavolo nazionale dove si decideranno le candidature, ad accaparrarseli.

RICCI TESSE LA SUA TELA

Intanto c’è da tenere d’occhio Claudio Ricci, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione nelle ultime elezioni e che per poco non arrivò alla vittoria, che certamente avrebbe colto se, a pochi mesi dalle elezioni, dopo l’ ‘schiaffo’ di Perugia il centrosinistra cambiò in corsa la legge elettorale regionale togliendo quel ballottaggio che, negli anni passati, aveva dipinto come la forma migliore di democrazia governante. Ma, di questi tempi, le convinzioni in politica sono come gli stracci. Si usano quando c’è bisogno e si vanno volare quando non servono più. Solo che i cittadini lo hanno capito bene e anche per questo il fossato tra Paese reale e Paese reale è diventato una voragine provocata da un ceto dirigente inadeguato e, talvolta, inguardabile. Con questa politica diventata qualcosa da cui tenere lontani i figli, se uno vuole farli restare persone serie e rette.

Tornando a Ricci, nessuno fa il suo nome per le Politiche, ma lui va avanti per la sua strada. È onnipresente e dedito a vivacizzare quel movimento civico regionale che è stato il valore aggiunto della sua candidatura alle regionali. Ricci ultimamente ha intensificato gli sforzi e qualcuno il suo nome a Roma lo ha fatto per una candidatura. Chissà se nei tavoli romani qualcuno di peso non valuti che, vista la contendibilità dei collegi umbri, quel ‘più’ dei movimenti civici non possa fare la differenza a favore del centrodestra. Il fatto che abbia convocato un’importante riunione di questi movimenti civici intorno al 15 gennaio, con all’ordine del giorno proprio la questione delle elezioni politiche, la dice lunga. Perché probabilmente il suo obiettivo minimo è far sì che siano candidati esponenti territoriali di questo movimento civico, così da legittimarlo a tutto tondo anche in chiave di elezioni politiche. E comunque Ricci si muove guardando anche alle Regionali del 2020, dove arriverà tenendo ben vivo il movimento composito che lo ha sostenuto alle regionali. Per chi nel centrodestra non lo ama (e sono parecchi), Ricci sarà comunque un osso non facile da rodere. Né per le politiche, né per le regionali.

Alla fine, con lui e con il movimento dei civici il centrodestra dovrà fare i conti. E a Roma, a quanto si apprende, lo sanno.

PD

Qui la partita è durissima, perché il partito sa che non guadagnerà i seggi del 2013, è diviso e anche choccato dai sondaggi che particolarmente in Umbria sono davvero preoccupanti per i Democrat. Ma i sondaggi, si sa, oggi come oggi vanno presi con le molle, anche se ci sono piccoli fatti (sui quali torneremo in un prossimo articolo) che farebbero pensare come già sia una corsa a non farsi intestare un risultato che, se il sondaggio pubblicato da Il Messaggero regione per regione dovesse trovare riscontro nella realtà, sarebbe davvero disastroso (Il Pd in Umbria è accreditato del 25%, arrivando al 31% con gli alleati, sempre che alla fine la Lista della Bonino sia poi della partita nonostante le affermazioni della ‘zia d’Italia’ rilasciate in questi giorni, mentre il centrodestra otterrebbe il 32%, rendendo tutti contendibili i seggi assegnati con il maggioritario).

Di sicuri dovrebbero essere in due: Il sottosegretario Giampiero Bocci, La deputata Anna Ascani (ma potrebbe anche essere candidata in un posto sicuro in un’alytra regione) dato per supersicuro, e Giampiero Giulietti, che si sarebbe visto anche con il consigliere regionale Andrea Smacchi, neo segretario del Pd di Gubbio, non si sa se perché Giulietti sappia già di essere candidato nel collegio che comprende Gubbio o perché tramite Smacchi cerca una qualche sponda, un nulla osta da parte dei ‘bocciani’, chiedendo a Smacchi di farsi ambasciatore presso Bocci di questa richiesta. Forte, quasi certa, è data anche la candidatura di Walter Verini, che ha robusti appoggi a Roma e in Umbria ed è benvisto anche da una parte della sinistra Pd. Sarebbe, si dichiara, una candidatura unificante. In ballo c’è anche Marina Sereni, vice presidente della Camera, anch’essa ben appoggiata a Roma e con supporters in Umbria.

In forte difficoltà invece l’uscente senatrice Valeria Cardinali e soprattutto Nadia Ginetti, che stavolta potrebbe non avere la sponsorizzazione di Brunello Cucinelli, che appare del tutto distaccato ma che, per alcuni, sotto sotto starebbe sollecitando la candidatura di un altro personaggio.

Va ricordato che Valeria Cardinali fa parte della corrente del ministro Orlando, all’opposizione nel partito, e pare pacifico che la corrente Orlando (il ministro in Italia ha preso il 20% circa alle primarie) almeno un candidato in Umbria lo dovrebbe avere. Ma a Terni pencola la ricandidatura di Gianluca Rossi, perché sembra che possa arrivare (su questo da Roma dicono che la situazione è ancora tutta da vedere) une esponente della sinistra del Pd, corrente di cui anche Rossi fa parte. Se la candidatura di Gianluca Rossi su Terni dovesse cadere, potrebbe tornare forte l’ipotesi Cardinali su Perugia. Candidatura che, come risulta da alcuni nostri dialoghi con vari esponenti umbri della sinistra Pd, non troverebbe però il consenso di una parte dell’area di sinistra Democrat.

Se fate i conti, i nomi in ballo son più dei seggi che, presumibilmente, il Pd prenderà in Umbria. Certamente non alla Camera, dove il Pd nel 2013 godette di un premio spropositato di seggi. Per cui, o qualcuno si accontenta di posizioni a rischio, oppure se è ben legato a Roma (vedi Anna Ascani, strettamente connessa con quel ‘giglio magico’ che, benché ammaccato, nelle candidature ancora conta molto) verrà dirottato nel proporzionale in seggi sicuri in altre regioni (potrebbe valere anche per Marina Sereni).

Tuttavia ci potrebbero essere non poche sorprese. “Renzi – si afferma in alcuni ambienti Pd – da tempo non ne azzecca una ma non è stupido. Di certo sa che ricandidare un po’ tutti gli uscenti metterebbe in Umbria il Pd a rischio di schianto elettorale. E mi pare proprio che il Pd non si possa permettere, con l’aria che tira, di perdere altri voti. Una frana elettorale alle elezioni politiche significherebbe anche la sconfitta del Pd nelle amministrative del prossimo anno, in cui voteranno comuni come Perugia, Terni, Spoleto e Foligno, e porterebbe dritti alla perdita della Regione nel 2020”.

Insomma a Roma, dove da molto tempo sono molto preoccupati della situazione del Pd umbro e delle Istituzioni rette dal centrosinistra, potrebbero decidere che è meglio rinnovare a fondo. Oppure no, chissà.

Movimento Cinque Stelle

Appare quasi sicuro che i parlamentari uscenti del M5S (i deputati Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella e il senatore Stefano Lucidi) saranno ricandidati e non dovrebbero avere problemi con eventuali ‘parlamentarie’, godendo di molto credito nella base pentastellata. Ma i sondaggi possono certamente far aspirare al M5S un bottino più ricco di quello ottenuto nel 2013, visto che danno il Movimento in crescita da 2 a 5 punti rispetto al 2013.

Anche se il sondaggio pubblicato da Il Messaggero, l’unico finora ad essere fatto su base regionale, assegna loro n Umbria il 25%, ma ad occhio tale dato appare sottostimato rispetto alla realtà perché non si capisce per quale motivo l’Umbria sarebbe l’unica regione o quasi in cui il M5S dovrebbe avere un risultato peggiore di quello delle politiche del 2013. Insomma, a parte i tre uscenti sarà interessante vedere quali saranno gli altri papabili pentastellati. I bookmaker, in Umbria, scommettono su un incremento del bottino in seggi del M5S.

Liberi e Uguali

Il sondaggio regione per regione pubblicato da Il Messaggero ha galvanizzato il Movimento capitanato dal presidente del Senato, Pietro Grasso. In Umbria, infatti, ‘Liberi e Uguali’ è accreditato alla Camera dell’8,8%, che rende non impossibile la conquista si un seggio alla Camera nella parte del proporzionale. Seggio che diventerebbe davvero probabile se ‘Liberi e Uguali’ ottenesse sopra il 10%. Al Senato è più difficile, perché la soglia per accedere al seggio è un po’ più alta. Ma non si tratta di una ‘mission impossibile’, sempre stando al sondaggio e al trend nazionale del Movimento registrato un po’ da tutte le rilevazioni, sebbene con percentuali diverse.

Per le candidature appare molto probabile quella del professor Mauro Volpi, già membro del Csm e animatore in Umbria della vittoriosa campagna per il ‘No’ nel referendum costituzionale. Sembra invece difficile la candidatura, se non di servizio, del consigliere regionale Attilio Solinas. Il problema, molto pratico, è che se fosse eletto in consiglio regionale entrerebbe al suo posto Alessia Dorillo, prima dei non eletti del Pd alle Regionali del 2015, rafforzando quindi e Democrat e facendo sparire la rappresentanza di ‘Liberi e Uguali’ in consiglio regionale, dove il Movimento di Grasso potrebbe invece ottenere buone soddisfazioni nelle elezioni del 2020.Tra i possibili candidati, in lizza anche Mario Bravi, ex segretario regionale della Cgil e oggi a capo in Umbria dell’Ires Cgil, l’apprezzato Ufficio studi del sindacato.

Ma un autorevole esponente umbro di ‘Liberi e Uguali’ invita ad attendere: “Guarda, non ti posso dare certezze o indicazioni dotate di una certa precisione. Chiamami tra qualche giorno e il quadro sarà certamente molto più puntuale”. Insomma, potrebbero esserci sorprese. Magari da Roma.

Partiti alleati del Pd

In dubbio +Europa della Bonino per le note vicende, in Umbria saranno alleati del Pd i socialisti (salvo la parte che ha come leader Aldo Potenza, da tempo in rotta di collisione con il segretario nazionale Nencini e che con altri ha dato vita in Italia a un Movimento socialista alternativo), che hanno come alfiere per la candidatura il consigliere regionale Silvano Rometti, e una lista di centro che a livello nazionale raccoglie Casini e la ministra Beatrice Lorenzin, dopo la liquefazione di Alleanza popolare (Ap) di Alfano. Esponente di punta in Umbria di questo raggruppamento è l’ex consigliere regionale Massimo Monni, da sempre legato a Fabrizio Cicchitto, anche lui nella parte di Ap alleata del Pd, mentre altri (Formigoni, Lupi e molti altri) guardano decisi al centrodestra. Insomma, Rometti e Monni. Ma solo uno dei due si candiderà e questo si deciderà a Roma. Se poi, con l’aria che tira, Matteo Renzi in Umbria non dovesse assegnare un posto sicuro agli alleati, non saranno della partita né Rometti, né Monni. O, se lo saranno, certamente ci saranno assicurazioni sulle Regionali del 2020 (ma le assicurazioni, in politica, valgono quello che valgono e spesso è la consegna di polizze scadute in partenza).

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