Vivere e studiare a Perugia quando si è nati a Parigi o a Bogotà
PERUGIA - Amano il centro storico e non sono qui per caso. Qualcuno gli ha consigliato di trascorrere a Perugia almeno un semestre di studio. In altri casi a dare una mano è stato il destino. “Amicizie, conoscenze, un fidanzato”. Certo è che il popolo degli studenti stranieri di Perugia, Erasmus e non, è una realtà viva ma spesso invisibile in città. Ad aprirgli uno spazio, venerdì scorso, è stato l’Istituto tedesco Perugia che ha celebrato i 23 anni della caduta del Muro di Berlino con un evento dal titolo “Perugia oltre il muro. Prospettive altre tra i muri di città”.
Ne sono emerse alcune delle impressioni sulla Perugia universitaria che gireranno il mondo veicolando in qualche modo l’ateneo e la sua città. Per Vanessa, che ha studiato l’italiano a Bogotà ed in alcune città europee, i trasporti pubblici perugini sono talmente carenti da rendere impossibile – “Se non ci si fa ospitare da qualcuno che abita in centro”- le uscite del fine settimana. Altro tasto dolente sono le biblioteche. Troppo ridotti gli orari, scarsi gli spazi e quasi assenti i pc.
Per Carlo, che a Perugia è venuto a studiare ingegneria, dopo aver frequentato le superiori a Londra, il capoluogo umbro presenta un’offerta culturale che non teme confronti con le capitali europee. A non reggere invece, oltre al trasporto pubblico, sono le aule studio e le biblioteche quando invece “sarebbe così bello poter trovare spazi adeguati da condividere con altri studenti quando lo studio impegna gran parte della giornata”.
A trovare “Perugia perfetta per imparare l’italiano” è invece Aliana, arrivata in città dall’Ohio su consiglio di una sua docente statunitense. Roma non avrebbe fatto al caso suo, spiega. E “la piccola dimensione e la gentilezza delle persone sono davvero preziose”, secondo la 21enne di origine ungherese che sta frequentando un semestre all’Umbra Institute di Perugia. Dalla sicurezza fino al tempo libero, tanti i temi sfiorati durante l’incontro che ha fatto registrare il pieno di presenze all’istituto culturale di piazza Raffaello.
L’evento è stato concluso da “Speaking walls in Perugia”, un lavoro sull’esperienza perugina di 15 artisti internazionali, ideato e realizzato da Isabella Rossi, giornalista e autrice di “Natürlich und köstlich in Umbrien”. Per il cortometraggio di 23 minuti che comprende 8 interviste e documenta la genesi delle opere realizzate nell’ambito di una manifestazione dedicata a street art e urban art, in parte ancora presenti in città, l’ accoglienza è stata calorosa. A piacere al pubblico internazionale presente in sala non solo i commenti e le impressioni, spesso umoristiche, degli artisti sulla città e sulle altrui realizzazioni. Ma anche sceneggiatura e montaggio “costati molte ore di lavoro”, sottolinea la regista rivelando che il documentario è già stato richiesto per una presentazione in un liceo perugino “mentre per la versione inglese, già completata, si prospetta ora una data europea”.

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