di Armando Allegretti

PERUGIA - Paesologia. Una scienza strana. Una scienza che studia i paesaggi. Pioniere di questa nuova disciplina è Franco Arminio, scrittore e poeta. Franco Arminio passa le giornate visitando piccoli paesi “come si fa – ha detto – quando si va a trovare un vecchio zio, vado a vedere come sta, che faccia ha, come è cambiato nel tempo”.

Abbiamo “conversato” con Franco Arminio, durante un’iniziativa promossa dall’associazione Umbrialeft, abbiamo parlato di paesi e di paesaggio, ovviamente, di come cambiano, di come stanno scomparendo e abbiamo cercato una soluzione per sopravvivere alla violenza del cemento. I paesi di cui ha parlato Franco non sono località turistiche, non sono paesi per tutti, sono paesi e basta. Paesi spopolati, sfiniti, paesi che abbondano nel sud Italia e in Campania, ma non solo. Di questa grave malattia ne sono colpiti anche i paesi dell’Appennino, tanto vicini a noi.

“La paesologia  - dice Franco Arminio - unisce l’attenzione al dettaglio con la spinta verso il sacro, mettere al centro la poesia cambia molte cose, significa mettere al centro della vita la morte, la morte non è una faccenda di un giorno solo, è la faccenda di ogni giorno, la morte muove l’anima, la poesia e la morte portano inevitabilmente a dio, non quello che ci hanno raccontato, un dio che non promette paradisi e inferni, un dio che è semplicemente un punto vuoto a cui approdare, il dio della paesologia è il niente”.

Un modo diverso di percepire il mondo. Questo dice e scrive Franco Arminio sul suo blog comunitaprovvisorie.wordpress.com. E a noi in Umbria ha detto che “dobbiamo favorire rispetto al paesaggio un atteggiamento basato sullo sviluppo della percezione, abbiamo bisogno di tutti, a partire dagli insegnati, passando dai politici fino ad arrivare ai sindacalisti, abbiamo bisogno di persone che guardano il mondo, persone più percettive, persone che guardano il mondo e capiscono come effettivamente sta, se è accalorato, se è pallido, se sta male e se effettivamente ha bisogno di un salasso”.

Ma il mondo corre e secondo Arminio “c’è bisogno di un processo di urgenza, non possiamo permetterci di indugiare troppo perché i fili che reggono questo sistema sono talmente fragili che possono spezzarsi a nostra insaputa è minacciato il fatto stesso di stare al mondo, di respirare”.

Insomma, Franco ci ha condotto, nel suo excursus poetico e letterario attraverso le terre e i paesi d’Italia, ad un lavoro fatto di attenzione e stupore per la natura e per la terra, lasciandoci aperti molti interrogativi e facendoci riflettere su molte questioni importanti, sulla salvaguardia e il rispetto per la terra che ci è stata donata. E con molto rispetto ed umiltà mi si è avvicinato è mi ha detto: “spero di aver reso l’idea, adesso sta a voi, a tutti noi cambiare la situazione”.

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