Templari a Città di Castello: sabato il convegno sulle opere restaurate
CITTA' DI CASTELLO - Una parte della storia regionale umbra potrebbe essere riletta alla luce dei ritrovamenti di origine templare affiorati nel sito di Santa Maria della Carità a Città di Castello: il convegno, promosso sabato 20 ottobre da Amministrazione comunale e da Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, approfondirà ipotesi e prospettive dischiuse da un ciclo decorativo duecentesco con successive stesure pittoriche degli inizi Quattrocento inserite in un ambiente sacro posto nel complesso dell’ex Fat a Città di Castello.
Il titolo dato all’iniziativa, Un’inedita presenza templare a Città di Castello. Santa Maria della Carità: dal restauro integrato i presupposti per un’analisi urbanistica e territoriale, sottolinea “come i rinvenimenti confermino la centralità di quel quadrante cittadino attraverso i secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri dove è oggetto di un importante programma di riqualificazione urbanistica” ha dichiarato l’assessore alle Politiche culturali di Città di Castello Michele Bettarelli, aggiungendo come “Le opere di Santa Maria Carità sono infatti contenute in un cerchio ideale che abbraccia il chiostro di San Domenico e la Chiesa, la Pinacoteca, l’ex- ospedale e il sito archeologico. Questo snodo ha una storia da raccontare e non possiamo non chiederci perché Città di Castello nel tempo abbia concentrato le sue funzioni politiche religiose sociali dentro questa area. Siamo consapevoli di essere dei privilegiati perché possiamo vedere tesori di arte e di storia che fino a qualche anno fa nessuno sospettava e di questo privilegio come istituzioni ringraziamo il Mibac e sentiamo tutta la responsabilità anche nella prospettiva di qualificare Città di Castello su un versante culturale in cui Santa Maria della Carità conviva con Alberto Burri”.
Della specificità di Città di Castello ha parlato anche il direttore regionale dei Beni culturali e paesaggisti dell’Umbria, Francesco Scoppola, per il quale “è un riferimento non solo per l’arte contemporanea ma a tutto tondo su diverse scale: dalla completezza delle attestazioni all’attenzione verso i diversi tipi di restauro e intervento. Il Ministero è stato fondato sull’idea che la conservazione dei beni culturali non sia solo tecnica ma anche capacità di leggere il contesto che li ha custoditi. In questo senso le opere di Santa Maria della Carità diventano un’acquisizione importante sia per il loro valore artistico sia per l’area di memoria che posso aiutare a ricostruire. Il convegno rappresenta un momento di alta analisi grazie ai prestigiosi nomi di studiosi che sono stati chiamati ad intervenire a partire da Simonetta Cerrini, autrice di apprezzate pubblicazioni sul tema”. Su un piano più generale e sottolineando l’impegno di Città di Castello, Scoppola ha sottolineato che “In questo momento di crisi possiamo pensare la cultura come un elemento non produttivo, alla stregua di un’azienda, o riflettere sulle sue potenzialità di moltiplicare e diffusore di reddito. Il nostro patrimonio non può essere paragonato ad un individuo autonomo perché tocca la memoria, il cervello, o il cuore e non l’interno organismo. Tuttavia sono organi infungibili, l’assenza o il mal funzionamento dei quali intacca il benessere e la stessa esistenza dell’individuo. Questi importanti ritrovamenti e la consapevolezza che siano un vantaggio aggiuntivo accentuano l’entusiasmo in un momento in cui la cultura non sempre trova valorizzazione nelle strategie generali”.
L’apparato decorativo di Santa Maria della Carità è di chiara impronta templare mentre gli affreschi sono databili al XV secolo. L’estensione delle opere è imponente: il restauro ha messo in evidenza l’affresco del Cenacolo, che a suo tempo ha innescato misure urgenti di tutela e conservazione da parte della Soprintendenza, una parete su cui campeggia un frate domenicano nell’atto di salire le scale verso il pulpito da cui i religiosi si rivolgevano ai confratelli quando il luogo da chiesa divenne refettorio. Ma se questa evoluzione è attestata dalla sovrapposizione dei rinvenimenti, un motivo di interesse è la nuova luce che gettano sulla presenza templare a Città di Castello, già supportata da notevoli documenti ma ora più circoscrivibile nella sua reale portata. Città di Castello - questa l’ipotesi su cui eminenti studiosi di fama nazionale, si confronteranno - era una comanderie templare, un quartier generale dell’Ordine? “Per ora indaghiamo” ha precisato Francesca Abbozzo, della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, coordinatrice scientifica del convegno, responsabile del recupero, “su un ambito di ricerca ampio e variegato ma che certo non può prescindere dalla chiesa di San Bevignate a Perugia. In questo senso Santa Maria Carità sollecita a verificare le coordinate generali di un segmento significativo di storia umbra”. “Dentro quel luogo c’è anche un pezzetto della nostra storia” ha dichiarato Fabio Rossi, presidente della Fat, attualmente proprietaria del sito, che, in base al Contratto di quartiere, dovrebbe entrare a far parte del patrimonio pubblico. “È certo emozionante sapere che conserviamo un documento così prezioso della nostra storia remota ma allo stesso tempo pensiamo di aver contribuito indirettamente a farlo mantenere, perché Santa Maria della Carità è stata adibita per anni a magazzino del tabacco, nel quale il grado di umidità e di temperatura era costante. Il nostro auspicio è che insieme agli affreschi possa assumere un nuovo volto l’intera area, dove, secondo l’ultima versione del progetto la Fat rimarrà, continuando a suo modo una tradizione, anche se più recente”.
“L’annata del nostro sodalizio ha due punti fermi: sociale e locale. Sostenendo questo convegno pensiamo di aver colto entrambe le priorità che ci siamo dati” ha detto Alessandro Benedetti, presidente del Lions Club di Città di Castello anche a nome del collega di Montone Mauro Mariotti “Insieme abbiamo contribuito a rendere possibile non solo un approfondimento del tema ma anche una divulgazione ad ampio spettro delle novità”.
Programma: Abbracceranno l’intera giornata di sabato 20 ottobre i lavori del convegno Un’inedita presenza templare a Città di Castello. Santa Maria della Carità: dal restauro integrato i presupposti per un’analisi urbanistica e territoriale previsti a partire dalle ore 9.00 nella sala del consiglio comunale di Città di Castello. Nella seduta della mattina si affronteranno temi di carattere più storico culturali legati ai nuovi reperti; nel pomeriggio il tema intercetterà gli aspetti legati al contesto urbanistico del quadrate compreso tra i quartieri Prato e Mattonata. Il convegno, coordinato dall’assessore alle Politiche culturali Michele Bettarelli, sarà aperto dai saluti di istituzioni e promotori: il sindaco Luciano Bacchetta, Francesco Scoppola, direttore regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria, Francesco Bistoni, rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Fabio Rossi, presidente Fattoria Autonoma Tabacchi, Alessandro Benedetti, presidente Lions Club Città di Castello. La prima relazione introdurrà le nuove ipotesi di ricerca rispetto al mondo templare e sarà di Francesca Abbozzo, della direzione regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria, coordinatrice scientifica del convegno e responsabile del progetto di recupero di Santa Maria della Carità. Poi sarà la volta della storica medievista Simonetta Cerrini su L’apocalisse dei templari e di Francesco Tommasi dell’Università sulla ‘Damnatio memoriae' dei Templari. Paolo Caucci von Saucken illustrerà l’Alta Valle del Tevere nell’ambito delle vie di pellegrinaggio nell’Umbria medievale mentre Mario Squadroni, Soprintendente Archivistico per l’Umbria e Elisabetta Bogini, Soprintendenza Archivistica per l’Umbria si occuperanno delle Fonti archivistiche per la storia della Chiesa nell’Alta Valle del Tevere. L’intervento finale della sessione mattutina sarà incentrato sull’Agricoltura e territorio nell’economia templare, a cura di Tommaso Sediari, Università degli Studi di Perugia. Quindi le conclusioni di Fabrizio Bracco, Assessore Cultura Regione Umbria. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30 si parlerà di Tifernum Tiberinum, testimonianze archeologiche dalla città e dal territorio con un approfondimento di Marisa Scarpignato della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, del Contratto di quartiere con Federico Calderini, dirigente del Settore Urbanistica del comune di Città di Castello e del rias-setto funzionale di Santa Maria della Carità con Tiziano Sarteanesi, di Studio Architettura 80. Mariangela Brucato della Soprintendenza Beni Artistici Storici ed Etnoantropologici dell’Umbria e Paolo Virilli, Tecnireco srl faranno il punto su Tecnica e conservazione per i dipinti murali di Santa Maria della Carità; Paola Monacchia, della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, tratterà della storiografia per la conoscenza degli edifici religiosi medievali di Città di Castello e Mauro Giorgio Ferretti, presidente del Centro Studi Storici Templari di Geografia sacra e simbologia templare. I lavori saranno introdotti dall’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini e conclusi da Marco Vinicio Guasticchi, presidente Provincia di Perugia. Dopo il convegno e nel pomeriggio di domenica 21 ottobre sono previste visite guidate su prenotazione a Santa Maria della Carità (Biblioteca comunale 0758555687 – 0758529249 - biblioteca@cdcnet.net).
Il convegno ha il patrocinio della Regione dell’Umbria e della Provincia di Perugia, si avvale della collaborazione del Lion Club di Città di Castello e di Montone, del Centro studi storici templari, del Circolo Angelini. Recupero e progetto sono a cura di Francesca Abbozzo, della Direzione regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria.

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