Gubbio No Borders festival, inizio a passo di tango
GUBBIO - Piazze, vicoli, scorci, panorami medievali, Gubbio si prepara a fare da teatro naturale all’undicesima edizione del No Borders festival. Il 15 agosto saranno le note tanguere di “Italian dream in Buenos Aires. Il ritmo di una pena”, con Lucia Casagrande Raffi e Tanguedia quartet (chiostro San Pietro, ore 21.30), a dare il via ufficiale alla manifestazione con la prima assoluta di questo progetto che fonde tango e jazz, melodramma e prosa.
Uno spettacolo che si annuncia godibile ed emozionante, mettendo insieme le doti vocali della Raffi - straordinaria soprano dall’intensa attività concertistica e un repertorio che va dall’opera lirica alla musica sacra e cameristica -, e i Tanguedia quartet, una formazione (Antonio Greco pianoforte, Federico Micheli violino, Massimiliano Tommasoni vibrandoneon/fisarmonica, Davide Peluso contrabbasso) che usa le modalità del tango, del jazz e del melodramma in uno spazio che diviene ricerca, e crea sonorità nuove e sorprendenti. La voce recitante è quella di Angelo Mischianti.
Partendo dall’Opera Maria De Buenos Aires, dove la musica di Piazzolla perfettamente armonizzata con la capacità introspettiva e straniante di Horacio Ferrer delinea un quadro visionario e surreale, si arriva alla raffigurazione di una metaforica Buenos Aires, carica di atmosfere oniriche, intrisa di inquietudine e ricca di pathos primordiale. “Tutto il tango rioplatese e universale sarebbe indecifrabile senza sua madre: Buenos Aires. Bella, enigmatica, mutevole a lume di candela - spiega l’artista eugubina Lucia Casagrande Raffi, voce e soprano – e assolutamente, definitivamente femminile, proprio come Maria de Buenos Aires”.
In questo modo, oltre a proporre brani del celeberrimo compositore argentino assemblati alle liriche di Ferrer, si arriva alla “riscrittura - prosegue la Casagrande Raffi - di tre arie che giungono ad una nuova libertà espressiva, nella quale echi antichi si fondono con le vibrazioni del linguaggio musicale più moderno, in un ballo comunque ‘gelido e insieme violento’. Il ritmo della pena è il leitmotiv tra passato e presente, perché come dice Ferrer: è di tutti, in ogni tempo”.
Un progetto originale che mostra come tango e melodramma non solo possono coesistere, ma possono anche integrarsi e compenetrarsi, cogliere un respiro segreto, abbracciandosi e lasciando terreno fertile all’improvvisazione.
Gubbio No Borders, vero e proprio crocevia di linguaggi, prosegue fino al 26 agosto con cinque concerti, due street parade, tre incontri letterari, un appuntamento con un teologo, e la novità della “Jam session” filosofica che mutua la tecnica dell’improvvisazione dal jazz. E nomi del calibro di Beppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavite, Roberta Bruzzone, Lorenzo Pavolini, Stefano Dambruoso, Vincenzo R. Spagnolo, Paolo Perticari, Raniero Regni e Vito Mancuso. “Varie discipline – spiega il direttore del Gubbio No Borders, Luigi Filippini - che, pur con le specificità e diversità loro proprie, sono tenute insieme, quasi assemblate, dal linguaggio universale della musica”.
Nei giorni del Gubbio No Borders sarà in distribuzione il libro fotografico in bianco e nero, celebrativo dei dieci anni del festival, “gubbio no borders. festival di jazz italiano. 10 anni immagin(i)ario di un evento”, realizzato dal fotografo Sanio Panfili.
Per info e biglietteria rivolgersi a: 075 9220693, info@iat.gubbio.pg.it

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