PANICALE (PG) - In questa mostra Filippo Bayliss Brown esplora il tema della patina in relazione alla pittura a tempera. I pannelli utilizzati sono 200 castagni centenari umbri recuperati e preparati con metodi medievali. Il soggetto si basa su composizioni di antichi maestri.

Gran parte della bellezza dell'arte antica si trova negli effetti visivi dell'invecchiamento: difetti superficiali come lo sfaldamento, il degrado della superficie, la diminuita precisione e i cambi di tonalità, a seguito di cambiamento chimico. L'attrazione di affreschi sbiaditi e la disintegrazione del gres di edifici e oggetti antichi è una delle tante bellezze dell'Italia.
L'apprezzamento per la bellezza sottile della patina è in gran parte inconscio, ma spesso diventa evidente nel furore che segue il restauro, quando la pulizia e l'applicazione di pigmenti crea colori più vivaci, rimuovendo il fascino e il valore estetico a molte opere.
La patina tuttavia nella cultura occidentale non è un concetto ampiamente riconosciuto, in contrasto con il Buddismo Zen, dove il concetto di wabi-sabi è importante

Wabi si occupa di stranezze e anomalie derivanti dal processo di costruzione, che aggiungono unicità ed eleganza ad un oggetto.
Il sabi si riferisce alla bellezza che si sviluppa con l'età per cui la vita dell'oggetto e la sua impermanenza sono evidenziati nella sua patina e nelle riparazioni visibili

Una volta che l'opera d'arte è creata, inizia a deteriorarsi anche se in tempi diversi: nel caso di sculture di ghiaccio si tratta ore, mentre occorrono secoli per ceramiche e affreschi - In sostanza l'estetica dell'opera d'arte è transitoria, sempre mutevole. Così l'osservatore d'arte, in opere di particolare rilievo come edifici e gallerie, deve saper catturare l'unicità e la fugacità delle occasioni – come descritto dalle parole giapponesi ichigo - ichie (una possibilità, una riunione)

Ogni dipinto possiede una sua unicità, data dalla sua realizzazione e dal suo contenuto.

 

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