Turismo: dai “Travel bloggers” l’Umbria ideale da visitare
PERUGIA - L’Umbria ideale, nella sua forma migliore? È piccola, anzi “piccina” nel senso di rarità e ricercatezza dei suoi aspetti “minuti”; è tranquilla, come un mondo “in piccola scala e a misura d’uomo, nel quale ritrovare se stessi”; è la “stazione” obbligata di un percorso più ampio verso mete rinomate; è un “tesoro nascosto ricco di tesori nascosti”, in cui non si può non ritornare; e, infine, l’Umbria è soprattutto “autentica”, originaria, una meta per intenditori, bacino di scoperte e “fuori dagli schemi” rispetto agli standard del turismo medio.
È l’Umbria che emerge da una ricerca (presentata stamani a Perugia a Palazzo Donini), curata dalla società “Viralbeat” in collaborazione con il Centro Studi di Etnografia Digitale di Milano, che attraverso l’analisi di una vasta campionatura delle conversazioni generate in rete dal congresso dei “Travel Bloggers”, svoltosi in Umbria nell’aprile scorso, mette a punto un profilo aggiornato della “web reputation” dell’Umbria, costruito a partire dai giudizi, commenti e scambi di opinioni di coloro che, in occasione di “Travel Bloggers Unite”, hanno visitato la regione, partecipando ai 6 itinerari tematici organizzati per loro dall’Assessorato al Turismo. Una ricerca “netnografica” (neologismo che unisce “etnografia”, la classica scienza descrittiva delle culture, e “net”, la rete), che – ha spiegato stamani Adam Arvidsson, professore di Sociologia della globalizzazione e nuovi media alla Statale di Milano, nonché condirettore del Centro Studi di Etnografia Digitale – si è proposta, attraverso l’analisi del “web”, di “catturare il modo di pensare e di agire delle persone reali”.
Da un vasto campione – ha spiegato il responsabile di “Viralbeat” Alessandro Caliandro -, escludendo contenuti simili e ripetizioni, sono stati selezionati 420 “post”, 6 mila 841 “tweets” legati al congresso in Umbria dei “Travel Bloggers” e postati dal 6 aprile al 5 maggio, e 13 mila 363 “tweets” fondati su chiavi generiche relative all’Umbria, per un totale di 20 mila 624 “post”, che sono stati suddivisi in commenti e opinioni, e raggruppati per aree tematiche. I dati così raccolti sono quindi stati sottoposti ad una “interpretazione antropologica”, che Alex Giordano, docente di Brand Reputation Management presso la Facoltà di Economia dell’Università di Urbino, ha definito “essenziale” per superare vecchi concetti di marketing, incapaci di cogliere ciò che gli utenti veramente vogliono, il possibile mondo che desiderano trovare, e che la “netnografia”, al contrario, consente di mettere in luce.
Al di là dell’opinione largamente lusinghiera che dai blogs emerge sull’Umbria (tanto da indurre i ricercatori a dividere i preponderanti giudizi positivi espressi in due gruppi, uno esplicito nell’elogio, l’altro puramente descrittivo delle proprie esperienze), la ricerca si sforza di penetrare gli “insights culturali”, i punti di vista, le visioni del mondo, i valori, le emozioni, i codici comunicativi e le identità, articolati dagli utenti intorno al movimento dei “Travels Blogger Unite” e al “brand Umbria”, così da estrarne il tipo, o i tipi ideali, del viaggiatore contemporaneo di qualità.
"Siamo pronti a lavorare sulle analisi, spunti e suggerimenti emersi dalla ricerca e dal mondo della rete – ha detto, concludendo i lavori, l’assessore al turismo della Regione Umbria Fabrizio Bracco -; i ‘bloggers’ – ha detto – sono ormai i moderni giornalisti di viaggio, e la nostra decisione di puntare su questi strumenti corrisponde alla chiara strategia che abbiamo scelto, privilegiando l’innovazione e le nuove tecnologie, ovviamente – ha aggiunto – senza dimenticare i media tradizionali e l’off line”. Ma l’“on line” – ha sottolineato Bracco, annunciando prossimi seminari e incontri di approfondimento con amministratori pubblici, operatori e imprese – è essenziale, per superare rapidamente un “gap” storico e mettersi pienamente al passo della competizione.

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