Minacciate, maltrattate e poi uccise: 127 nel 2011, già 73 ad oggi
di Isabella Rossi
PERUGIA - Vita da donna in Italia, un viaggio nella discriminazione che porta all’assassinio: 7 volte su 10 a carico del marito, fidanzato o ex. Non sono matti, né innamorati alla follia. Sono uomini che sanno di poter ricattare le loro donne, psicologicamente, fisicamente ed emotivamente, approfittando della loro debolezza economica, della paura di vedersi allontanare i figli o di venire giudicate responsabili della violenza subita. Uomini che si sentono forti, nonostante le leggi, e che agiscono nell’impunità. Giorno dopo giorno praticano una persecuzione che porta alla morte e che nel .2011 ha generato una vera e propria strage delle donne. Del femminicidio italiano parla il rapporto Onu sulla violenza contro le donne in Italia, presentato in questi giorni a Ginevra.
Dall’inizio del 2012 ad oggi sono almeno 46 le donne uccise per mano di un marito, di un compagno, di un fidanzato o di un ex, addirittura di un figlio. Ma il bilancio di sangue, secondo alcune fonti tra cui la Casa internazionale delle donne e bollettino no blogs. org, riportate oggi dal Fatto quotidiano, sale a già ben 73 vittime di violenza nel 2012. Strangolate, accoltellate, sgozzate, spesso perché colpevoli di aver interrotto la relazione, perché diventate scomode, per vendetta o semplicemente perché a portata di mano.
Secondo, Rashida Manjoo, che ha curato il rapporto Onu sulla violenza alle donne in Italia, presentato a Ginevra in questi giorni, “Il femminicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne. Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine ad una serie di violenze continuative nel tempo.” Violenza, insomma, come forma di comportamento abituale e quella in casa è la forma più ampia che affligge le donne nel Paese e riflette un crescente numero di vittime di femminicidio da parte di partner, mariti, ex fidanzati”. Responsabili, secondo il rapporto, sono essenzialmente due fattori: una cultura maschilista che fa percepire in Italia la violenza dell’uomo come una normalità e l’impunità degli assassini. Nonostante le leggi in Italia ci siano. La prassi però è un’altra cosa.
In tutto sono state 127 le donne uccise nel 2011. Il 6,7% in più rispetto al 2010. “Di questi omicidi, 7 su 10 sono avvenuti dopo maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica”. E per il 2012 i dati non fanno presagire miglioramenti: fino a giugno sono state 63 le donne uccise. L’assassino, dicono le statistiche, nel 70% dei casi “ha le chiavi di casa”, è un uomo molto vicino alla vittima: marito, fidanzato, ex. E’ innegabile come la crisi economica e la rabbia che ne scaturisce si stia ripercuotendo sulle donne, non tutelate, nonostante le leggi, economicamente dipendenti perché cacciate dal mercato del lavoro e condannate a pagare in Italia il prezzo più alto, quello della vita.

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