di Cinzia Conte*

PERUGIA - Si apre oggi la mostra “Luca Signorelli, de ingegno e spirto pelegrino”, una iniziativa di sicuro valore culturale, a partire dai nuovi saggi che potremo leggere nel catalogo, e di grande richiamo, ci auguriamo, per appassionati d’arte, viaggiatori, turisti, studenti e cittadini umbri. Una di quelle cose che fanno bene all’Umbria e alle sue città.

Un prezioso itinerario che attraversa i luoghi che videro all’opera l’artista “cortonese”. Perugia, Orvieto, l’alta Valle del Tevere, diventano parte di un progetto di più ampio respiro iniziato alcuni anni fa con la mostra sul Perugino, proseguito con il Pinturicchio e Pier Matteo d’Amelia. Unico non umbro, Signorelli, ha però lasciato una parte consistente della sua opera proprio nelle nostre città. Tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 l’Umbria rappresenta, infatti, un polo privilegiato: il Collegio del Cambio a Perugia, la Cappella Baglioni a Spello, la cappella di San Brizio a Orvieto, tre capitoli fondamentali della più moderna sperimentazione pittorica.

Percorrendo le varie tappe dell’iniziativa, sarà possibile ripercorrere lo sviluppo artistico, e perché no, le vicende umane di una delle più significative personalità del rinascimento. Dal 1450 al 1523, la vita e l’arte di Signorelli attraversano l’Italia centrale in lungo e largo: da Cortona a Roma, da Perugia a Firenze, da Orvieto a Umbertide, e così via, lasciando immensi capolavori di cui ancora oggi abbiamo la fortuna di poter godere.
Cento opere, di cui sessantasei del Signorelli, arriveranno da numerose collezioni e sedi museali di tutto il mondo, e costituiranno l’esposizione nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia. A queste si aggiungono numerosi disegni e studi, che completano il profilo dell’artista. Sarà così possibile seguire il suo sviluppo dall’inizio pierfrancescano, al periodo verrocchiesco, alla maturità.

La cattedrale di Orvieto, la Pinacoteca di Città di Castello, l’oratorio di San Crescentino a Morra, la chiesa di Santa Croce ad Umbertide, sono parte naturale dell’iniziativa in quanto sedi di opere tra le più importanti dell’intero catalogo del Signorelli, a cominciare dal Giudizio Universale, nella Cappella di San Brizio.
A più di cinquant’anni da una precedente e discussa esposizione sul pittore, si torna a riflettere su un artista dallo stile “impetuoso e tragico”. Uno spirito “irrequieto e girovago” che irrompe sulla scena di fine ‘400, segnando un primo slancio verso quel rinascimento maturo, in cui la forza dei volumi e del movimento cambieranno le sorti della pittura, facendo da apripista ad artisti della portata di Michelangelo.

*Guida turistica dell'Umbria


 

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