MARSCIANO (PG) - Il tempo incerto non ha fermato i tanti visitatori che hanno affollato a Marsciano, nell’ ultimo weekend, gli stand di Biofest, la manifestazione che da due anni promuove l’ agricoltura biologica nata dalla collaborazione tra la Provincia di Perugia e la Cia dell’ Umbria. Nel suggestivo contesto dell’ ex tabacchificio, sede della annuale Fiera Verde, i bioagricoltori hanno offerto il meglio delle loro eccellenze produttive incontrando ancora una volta il gusto dei tanti che hanno apprezzato le loro prelibatezze. Una ulteriore dimostrazione dell’attenzione con la quale un pubblico sempre più vasto, nonostante il momento di crisi economica, sceglie per la propria alimentazione prodotti che sappiano abbinare la tipicità alla qualità e sanità. Nell’ ultimo anno, infatti, il mercato del biologico si è potenziato ulteriormente passando, a livello nazionale, dai 370 milioni di euro del 2010 ai 470 del 2011.

Nel corso della manifestazione marscianese, inoltre, non sono mancati momenti di approfondimento e di riflessione sui temi di attualità riguardanti l’agricoltura biologica. Di particolare interesse l’ incontro di presentazione del progetto “Io Mangio Bio”, che si è tenuto nel pomeriggio di sabato 14 aprile. Introdotto da Leonardo Laureti della Giunta regionale della Cia dell’ Umbria, che ha illustrato le caratteristiche e l’ importanza dell’ agricoltura biologica in Italia e nella nostra regione, il convegno si è rivelato un’ occasione importante di dibattito sullo “stato dell’ arte” del biologico in Umbria. Così, dopo gli indirizzi di saluto del sindaco di Marsciano Alfio Todini e dell’ assessore della Provincia di Perugia Roberto Bertini, è stata la volta di Raffaele Capponi, responsabile per il biologico della Cia dell’Umbria, che ha descritto dettagliatamente le fasi del progetto “Io Mangio Bio” evidenziando anche i limiti che impediscono un pieno sviluppo del comparto nella regione. Situazioni sulle quali si sono soffermati anche i bioagricoltori che hanno raccontato ai presenti le loro esperienze. Francesco Menichetti, che conduce la sua azienda a Sigillo producendo cereali e farro ed allevando ovini, ha sottolineato le enormi difficoltà degli allevatori biologici, dovute all’ assenza di un idoneo impianto di macellazione. Marco Gammaidoni di Spello ha parlato dei problemi dell’ olivicoltura praticata senza l’ uso di prodotti chimici di sintesi.

Maurizio Carubini ha trasmesso l’entusiasmo con il quale coltiva nella sua azienda in territorio di Pietralunga il lino, gli ortaggi e la patata bianca tipica della zona, ma anche la delusione e la frustrazione nel vedere il suo prodotto praticamente dimezzato dagli attacchi di selvatici come l’ istrice, senza poter ricevere un adeguato indennizzo. Anche Alfredo Fasola, bioagricoltore storico di Marsciano, ha lamentato le ripercussioni negative delle lungaggini e delle inadempienze con le quali l’ organismo pagatore dei sussidi pubblici, l’ Agea, affronta le legittime richieste dei produttori biologici ed ha chiesto una forte mobilitazione per diminuire il peso della burocrazia. L’ incontro è stato concluso da Leonardo Fontanella, vicepresidente regionale della Cia, che ha ribadito l’ interesse con il quale l’ Organizzazione segue e sostiene da sempre l’ agricoltura biologica. “Sul futuro del comparto siamo fiduciosi – ha detto tra l’ altro Fontanella – anche perché le proposte in discussione sulla politica agricola comunitaria per il periodo 2014-2020 sembrano andare verso un sostegno ancora più convinto all’ agricoltura di qualità, sostenibile per l’ ambiente ma anche grande opportunità per l’ economia e per la società.”

 

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