PERUGIA - L'Assemblea di Palazzo Cesaroni ha approvato con 17 voti favorevoli (Pd, Psi, Prc, Idv, Marini per l'Umbria) e 10 contrari (Pdl, Lega, Fare Italia, Udc) la risoluzione del centrosinistra che approva e condivide i contenuti del Documento annuale di programmazione predisposto dalla Giunta regionale. Respinta invece (17 no e 10 sì) la risoluzione delle opposizioni, presentata da Monni, Lignani Marchesani e Modena (Pdl).

La RISOLUZIONE APPROVATA inquadra il contesto in cui il Dap si cala, evidenziando che “La crisi nazionale e internazionale rende molto difficile fare previsioni su durata e relativi effetti, ridisegna i sistemi economici e determina effetti disomogenei sulle realtà territoriali. Incerto è l’andamento del Pil regionale, che registra una tendenza al peggioramento. Ci sono difficoltà di ripresa del sistema economico regionale, per ciò che riguarda produzione, occupazione, consumi e redditi delle famiglie. C'è la necessità di attivare politiche per contrastare crisi, recessione e delocalizzazione di imprese. Servono misure anticrisi a favore di famiglie e imprese. Al taglio dei trasferimenti statali la Regione Umbria risponde con: invarianza fiscale (per famiglie e imprese) e con politiche per equità e redistribuzione della ricchezza; lotta all’evasione fiscale; razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica. È necessario proseguire nell’attuazione delle riforme e porre in essere azioni e scelte coraggiose per contribuire a crescita ed equità. Tra le priorità da perseguire con maggiore attenzione ci sono: riforma del trasporto pubblico locale; riforma dell’ordinamento sanitario; riordino di Sviluppumbria e Gepafin; semplificazione del sistema informatico regionale; semplificazione del sistema amministrativo regionale e endoregionale. Particolare attenzione alle politiche di welfare, sanitarie e dell’istruzione, del rispetto ambientale e della salvaguardia dei beni comuni. Appare importante un rilancio del policentrismo, con un ruolo forte e sussidiario dei Comuni per uno sviluppo omogeneo del territorio regionale. Servono ulteriori investimenti per il miglioramento del trasporto ferroviario e della qualità dei servizi, rispetto alla quale Trenitalia dovrà dimostrare maggiore attenzione. Sarà opportuno incentivare l’avvio di iniziative imprenditoriali; il raccordo tra scuola, formazione e territorio; la cooperazione sociale per l'inserimento lavorativo, dando anche attuazione alla legge regionale “26/2009” che prevede la destinazione di una quota di almeno il 5 per cento alle cooperative di tipo B e garantendo risorse regionali pari al 2011 per politiche di coesione sociale e di sostegno alla non autosufficienza”.

La RISOLUZIONE RESPINTA, firmata da Massimo Monni, Andrea Lignani Marchesani e Fiammetta Modena (Pdl): “Il nuovo Dap dovrebbe quindi essere rimodulato secondo i seguenti indirizzi: adeguamento del bilancio regionale alla nuova fase del federalismo fiscale tenendo presente il quadro normativo della L.42/09 e del decreto legislativo sulla autonomia delle entrate del 7 ottobre 2010; applicazione del federalismo demaniale secondo criteri di sussidiarietà, territorialità, semplificazione, capacità finanziaria, valorizzazione ambientale; adeguamento del bilancio della Regione secondo i criteri della Manovra del Governo quale occasione di riforma strutturale e culturale finalizzata alla riduzione del debito pubblico; rimodulazione e qualificazione della spesa sanitaria anche alla luce del riparto del Fondo nazionale che stanzia 16 milioni di euro in più per l'Umbria; rimodulazione e selezione della spesa sociale selezionando gli interventi in base al merito, allo stato di bisogno e alla qualità secondo i criteri del nuovo welfare individuato dal Ministero del Lavoro; parametrare le risorse per lo sviluppo economico finalizzandole alla rimodulazione dell'Irap, alla semplificazione, all'azione delle imprese, al credito, alla formazione;. partecipare concretamente alla riforma della pubblica amministrazione come strumento di impatto macroeconomico”.

DICHIARAZIONI DI VOTO

RENATO LOCCHI (PD): “Il gruppo del PD esprime un giudizio positivo sul Dap. Quanto emerso nella seduta dello scorso mercoledì non ci soddisfa. Non siamo stati certamente mossi da bramosia di potere, ma da senso di responsabilità per ripristinare la funzionalità del Consiglio. È nostra ferma intenzione spenderci affinchè questo Consiglio recuperi la sua fisiologica e normale attività, anche di garanzia. I fatti che hanno interessato la Regione Umbria meritano una nostra approfondita riflessione circa le conseguenze che producono sulla stessa Regione rispetto al suo rapporto di credibilità con l'opinione pubblica in generale rispetto anche alla gravità di quanto avvenuto, circa il sequestro dei documenti nell'Ufficio del vice Presidente del Consiglio regionale. Vogliamo discutere sulle conseguenze politiche di una Istituzione messa in un cono d'ombra che deve essere fugato. Dobbiamo recuperare produttività rispetto alle esigenze. Il 2012 e il 2013 sono i due anni centrali nei quali concentrare il massimo dello sforzo. La maggioranza che governa l'hanno stabilita gli elettori nel 2010 e il confronto deve avvenire in quest'Aula alla luce del sole. Discutendo il Dap di un anno fa, il PD si è distinto dall'IdV e da Rifondazione comunista sul tema dei rifiuti. Noi non riconosciamo ad alcuno il diritto di veto, percui discutiamo, a partire dalla maggioranza, producendo ogni sforzo in sintonia con le esigenze di oggi”.

RAFFAELE NEVI (PdL): “Il PdL voterà contro questo Documento. Devo però constatare che la giornata di oggi si conclude meglio di quella dell’altro giorno. Le parole della Presidente sono diverse da quelle un po’ arroganti di ostentazione e autosufficienza dell’altra sera. L'intervento del presidente Locchi mi rasserena perché quantomeno ha capito che l’opposizione non va alla ricerca di poltrone. A noi non interessa come si apre una riflessione, ma come si chiude per poi trarne le conseguenze politiche. Tuttavia, noi non cambiamo linea, continueremo a mantenere un profilo di rigorosa opposizione, chiedendo alla Presidente di andare avanti nel massimo rispetto delle regole e delle norme. Noi rimaniamo fermi nell'intenzione di non bloccare l'azione del Governo, a meno che non succedano cose tali da far precipitare la situazione. Non siamo irresponsabili, certamente voteremo contro il Bilancio, ma siamo consapevoli che l’Umbria deve avere la possibilità di essere messa in sicurezza. Oggi, ribadisco, è stato fatto un piccolo passo in avanti, quindi, se sono rose fioriranno e se fioriranno sarà un bene per la nostra Regione”.

DAMIANO STUFARA (PRC-FDS): “Voteremo a favore del Documento annuale di programmazione proposto dalla Giunta regionale. La discussione sviluppatasi oggi ha risentito delle scorie della discussione politica di ieri l’altro. Le priorità che il Documento annuale di programmazione pone ci dicono che di solo rigore e di solo risanamento si può morire. Occorre puntare e declinare appieno tanto il tema della crescita e dello sviluppo che il tema dell’equità, a partire dalla questione centrale che l’articolo 1 della nostra Costituzione ci richiama, il lavoro. Il numero dei tagli pesanti, pesantissimi delle manovre dei Governi Berlusconi prima e del Governo Monti oggi è qualcosa di complicato, e riuscire, nonostante quei tagli a garantire il medesimo finanziamento tanto sulle politiche di coesione sociale che sulla non autosufficienza è un risultato che noi rivendichiamo e che segnaliamo come importante. ELe riforme che questa maggioranza vuole fare risentiranno, tuttavia, nel bene o nel male di quei tagli e di quella situazione economica che appunto ci porta ad affrontare tematiche fondamentali, centrali, come la salute, come la sanità, i trasporti, l’assetto istituzionale, a vicenda delle Province, in un contesto totalmente devastato dalle politiche che a livello nazionale si sono affermate.

Su questo dovremo confrontarci e dialogare nella dialettica legittima delle diverse posizioni. Il tavolo delle riforme è il Consiglio regionale. Su questo deve svilupparsi la normale dialettica politica normalizzando anche la situazione relativa agli organi di garanzia di questo Consesso e l'Ufficio di Presidenza”.

SANDRA MONACELLI (Udc) Dalle parole della presidente, di Locchi e dello stesso Smacchi si capisce che qualcosa è fortunatamente cambiato rispetto alle ultime 48 ore che hanno avvelenato la discussione sul Dap. Sarà bene fermarci perché siamo al baratro e in questo clima non si va da nessuna parte. Invito a riflettere su cosa potrebbe avvenire a livello locale con l'annunciata riforma della a sanità, quando si dovrà decidere sulla chiusura di alcuni punti nascita, o sul ridimensionamento di qualche servizio.

ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Pdl) Attenzione al gradimento della classe politica che anche di questa regione non è dei migliori. Le dimissioni dei presidenti e dei vicepresidenti delle Commissione non si possono risolvere in una settimana di pausa, dopo la quale non succede niente e torna tutto come prima. Servono segnali chiari. La gente deve tornare a riconoscerci come classe dirigente.

OLIVIERO DOTTORINI (Idv) Sul Dap Già ci siamo già espressi. Non so a nome di chi parlava Smacchi, ma voglio ricordagli che stiamo in maggioranza per effetto dei nostri voti, anche tanti rispetto al Paese. Conduciamo le nostra battaglie a viso aperto, e nessuno pensa di perseguire il 'Muoia Sansone con tutti i Filisdei'. Cercheremo di evitarlo fin quando sarà possibile, ma senza prendere lezioni da nessuno, specie da chi dovrebbe avere più senso di responsabilità. 

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