di Carla Adamo

PERUGIA (AviNews) - Favorire un ulteriore momento di dialogo, in vista del rinnovo della normativa nazionale in materia di tartuficoltura. È stato questo il motivo dell’incontro “Il tartufo: prodotto di sviluppo del territorio. Esperienze a confronto” a cui hanno partecipato diversi soggetti, tra istituzioni, amministratori locali, rappresentati del Parlamento italiano e associazioni di categoria. Tra questi, l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, realtà che comprende circa 50 membri tra Regioni, Province e Comuni italiani, rappresentata dal suo presidente, Giancarlo Picchiarelli. L’appuntamento (nell’ambito della 49ª edizione di Nero Norcia, mostra mercato del tartufo nero pregiato di Norcia e dei prodotti tipici) arriva dopo pochi giorni dall’audizione alla 13ª Commissione agricoltura della Camera dei deputati dei soggetti istituzionali e associativi interessati, che ha permesso di discutere due proposte di legge, in materia di tartuficoltura, per la revisione della legge numero 752 del 1985. “Quello che stiamo portando avanti anche con questo incontro – ha commentato Picchiarelli – è un percorso avviato da tempo. Come Città del tartufo abbiamo svolto un ruolo super partes nella discussione in atto, dando voce a interessi generali.

È, a nostro avviso, necessario superare le incongruenze della attuale normativa che, tra l’altro, non garantisce la provenienza del prodotto, assicurare una certificazione del tartufo legato al territorio, attraverso la tracciabilità che, soprattutto per il bianco, può avvenire esclusivamente con un’adeguata documentazione fiscale. Negli anni passati, passaggi intermedi di introduzione normativa hanno escluso dalla filiera il cavatore che, pur non essendo esonerato dagli obblighi fiscali, non contribuisce all’emersione del giro di affari che ruota intorno a questo pregiato prodotto”. Tra i presenti al convegno Gian Paolo Stefanelli, sindaco di Norcia e promotore dell’incontro, Nicodemo Oliveiro e Carlo Emanuele Trappolino, membri della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, Gianpiero Bocci, segretario di presidenza della Camera dei deputati, Ada Spadoni Urbani, segretario della Commissione lavoro del Senato, Massimo Buconi, presidente della III Commissione del Consiglio regionale dell’Umbria, e Fernanda Cecchini, assessore alle politiche agricole della Regione Umbria.

“La nostra proposta di legge – ha spiegato Trappolino, firmatario, appunto, di una delle due depositate alla Camera, – nasce dall’esigenza di rendere più trasparente un settore importante per lo sviluppo dei territori e più riconoscibile il tartufo, soprattutto al consumatore finale. In commissione agricoltura abbiamo riconosciuto il valore della legge regionale dell’Umbria, che dimostra come questa regione sia leader a livello nazionale nel settore. Nella nostra proposta abbiamo tenuto conto delle caratteristiche del mercato del tartufo: domanda finale stabile, che è caratteristico dei prodotti di nicchia, offerta frammentata, a causa della presenza dei tanti cercatori e agricoltori, domanda di trasformatori e distributori molto concentrata, elevata fluttuazione del prezzo, a causa di diversi fattori, tra cui le condizioni meteorologiche, l’utilizzo del territorio, la flessione della produttività delle tartufaie spontanee e l’aumento di quelle controllate e, infine, trasformazione del prodotto che rappresenta circa il 70-80 per cento del modo in cui viene consumato”.

“Anche in Umbria – ha concluso l’assessore Cecchini – è diffusa l’esigenza di una nuova normativa nazionale, in grado di regolamentare l’intero settore della tartuficoltura. È necessario tutelare la produzione nazionale, assicurando la salvaguardia degli ecosistemi e la tracciabilità dei tartufi raccolti e commercializzati; fornire maggiori garanzie qualitative e sanitarie ai consumatori di tartufi o di prodotti conservati a base di tartufo o aromi sintetici; incentivare l’emersione dei dati sulle quantità raccolte e sui relativi redditi, garantire ai raccoglitori spazi idonei per praticare la propria attività, limitando l’estensione delle zone riservate. Fra le questioni più importanti rimane la tracciabilità, affrontata nella proposta di legge nazionale mediante modifiche della disciplina dell’Iva, che prevedono l’inclusione dei tartufi nel regime speciale previsto per i prodotti agricoli”.
 

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