PERUGIA - Dopo l’anteprima a Attack, Urban art festival, debutta per La Quinta Stagione del Teatro Brecht di Perugia organizzata da Fontemaggiore Teatro Stabile di Innovazione, la nuova produzione de La società dello spettacolo, FINDING BEAUTY, nella sua versione definitiva.

La società dello spettacolo, gruppo teatrale umbro, affida la sua cifra stilistica a una ricerca fortemente votata ai linguaggi del contemporaneo.
«In questo caso però - precisano Michelangelo Bellani e c.l. Grugher autori rispettivamente della drammaturgia e della regia - abbiamo 'ripensato' il rapporto con un pubblico.
La messinscena di F.B. è il frutto di questo ripensamento. Non tanto nel senso di ricredersi su qualcosa, quanto nell'accezione precisa di tornare a pensare un rapporto (quello con il pubblico) che alle volte, messo tra parentesi, sottinteso, rischia di essere dimenticato quando si realizza un progetto di teatro, ai nostri giorni.
Non si tratta dell’annosa questione che riguarda se conformarsi al gusto medio dello spettatore quale unico metro di giudizio - poiché pagante - o inseguire un teatro d’arte non alterabile dal gusto di un pubblico indifferenziato.
Abbiamo ri-pensato che c’è una presenza viva di esseri umani, nel pubblico, che respirano e con i quali si può instaurare un rapporto o apparire “sullo schermo” della performance senza lasciarsi coinvolgere da questa relazione. Spesso viene data per scontata, la presenza, ma non è così scontato che qualcuno venga a vederti.
Con F.B. parliamo di e sulla base di questa reciprocità.».

Questo nuovo lavoro non è tratto da una qualche opera filosofica, si tratta infatti di una drammaturgia del tutto originale, sebbene nel clown dislessico protagonista possiamo forse ritrovare l’eco del celebre episodio del clown tragico narrato da Søren Kierkegaard il quale mandato ad annunciare l’incendio del circo, non è creduto dal pubblico che, pensando si tratti di un numero comico, scoppia a ridere e finisce bruciato dalle fiamme.
La giovane donna coprotagonista è presa (a caso) da una delle nostre famiglie.
Tra lampadine accese e spente, un dialogo che parla di incubi, traumi, sogni, della difficoltà di esprimersi
ed usare le parole, dei poeti ammazzati che “non ce ne sono tanti nel mondo” e, infine, di esseri umani
che in ogni caso r-esistono insieme a cercare/trovare.

È un lavoro sulla salvezza. Sulla salvezza della bellezza. La bellezza vive sommersa al nostro tempo.
Dunque ci si deve muovere nei sobborghi umani, nei bassifondi.
È al contempo una battaglia. Un ‘attacco’ alla mentalità dominante che dimentica l’agilità mentale del sentimento, della purezza, della poesia.
“La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostoevskij. Ora è la bellezza a dover essere salvata.
Finding beuty: trovare la bellezza. Trovare la bellezza dove nessuno se l’aspetta.
 

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