CITTA' DI CASTELLO - Fervono i preparativi per il decennale della Mostra del Fumetto di Città di Castello e gli organizzatori guidati dal Dott. Gianfranco Bellini già si sono messi all’opera per organizzare quello che ormai è diventato uno degli appuntamenti più importanti del settore in Italia ed uno degli eventi che più ha fatto conoscere la città anche al di fuori della nostra regione.
L’edizione 2012 sarà dedicata al personaggio di Lupo Alberto e a tutti gli amici della Fattoria McKenzie creati dalla genialità di Silver, pseudonimo di Guido Silvestri, uno dei più originali disegnatori italiani.
Proprio lo scorso lunedì Silver ha fatto visita a Città di Castello per iniziare a prendere i primi contatti con l’associazione “Amici del Fumetto” e per visionare i palazzi e le sale dove si svolgerà la mostra dedicata al suo lupo azzurro.
Il Presidente Bellini, assieme a tutti gli associati, dopo i sopralluoghi per la mostra, ha fatto da cicerone per le vie del centro e per i palazzi e musei storici tifernati fino all’incontro con il sindaco Luciano Bacchetta.

Silver, raccontaci come hai iniziato ad affacciarti a questo lavoro e quali sono state le tue prime collaborazioni.
<Ho iniziato questo mestiere collaborando con lo studio di Franco Bonvicini - alias Bonvi - autore delle “Sturmtruppen”, per il quale seguivo due importanti strisce come quella di “Cattivik”, che proprio nei primi anni ’70 si stava sviluppando anche come cartoon per il programma tv “Supergulp”, e poi per la striscia di “Nick Carter”. Ancora per diversi anni, e fino a poco tempo fa, ho portato avanti la mia collaborazione con “Cattivik” ed ho seguito pure la serie tv di Mediaset con protagonista questo personaggio.>

La tua creatura più importante è il mitico Lupo Alberto, quest’anno protagonista della Mostra de Fumetto tifernate.
<Il primo personaggio che ho creato in modo autonomo è stato Lupo Alberto. Nel 1974 è nato in me il desiderio di fare qualcosa di mio e, pur continuando a collaborare con i personaggi di Bonvi, ho iniziato a dedicarmi allo studio e alla creazione di questa striscia e di questo mio nuovo personaggio.
Inizialmente il fumetto veniva pubblicato nel Corriere dei Ragazzi, rivista nata da una costola del Corriere dei Piccoli, dedicato ad un pubblico adolescente. Dalla fine degli anni ’80 Lupo Alberto si trova mensilmente in edicola, ha ormai superato i 320 numeri, ma poi tantissime sono state le pubblicazioni sotto forma di libri, raccolte e pubblicazioni. L’ultimo libro uscito per la Rizzoli raccoglie le prime mille strisce, pubblicato lo scorso Natale. È poi presente settimanalmente dal ’95 su Tv Sorrisi e Canzoni con la critica televisiva e in svariate forme di merchandising, linee scolastiche, gadget.>

Una striscia non propriamente dedicata ai giovanissimi…
<Lupo Alberto in realtà non è solo una striscia per ragazzini anzi, è un fumetto che sposa temi impegnati anche se descritti in chiave comica.
È vero che è un personaggio nato per una rivista dedicata ai ragazzi ma in realtà è sempre stato rivolto ad un pubblico più adulto perché ha da sempre affrontato temi importanti, ha avuto riferimenti abbastanza “alti” e forti legami con l’attualità e con i problemi sociali. È amato da quel pubblico più scafato e smaliziato. Poi naturalmente è apprezzato anche da un pubblico meno adulto, perché è una striscia che ha diversi livelli di lettura, i bambini, per esempio, l’adorano perché i protagonisti sono degli animali.>

Lupo Alberto ed Enrico La Talpa non sono altro che due stereotipi della nostra società, vero?
<Lupo Alberto è molto amato dal pubblico femminile e prende la figura del venticinquenne comune, con un obiettivo nella vita e una certa dose di sfortuna, idealista, che un po’ recalcitra il matrimonio, che soffre un po’ per il fatto di doversi adattare ad una società che lo vuole inquadrare in un certo modo, che lo vuole sposato con la fidanzata, ecc.
Enrico La Talpa è il personaggio che da questo meccanismo già si è fatto stritolare e fondamentalmente rappresenta l'uomo medio di mezza età: impiegato, prossimo alla pensione ma ancora con velleità da "giovanotto”. Molto spesso coinvolge Alberto in strampalati progetti che si concludono quasi immancabilmente in disastri. Spesso riversa su Alberto le proprie frustrazioni, agevolandolo o addirittura convincendolo a fare delle cose che lui non può più fare.>

Lupo Alberto è stato prodotto anche come cartone animato.
<Sono state due serie prodotte dalla Rai, formate da 104 episodi da 50 minuti l’uno. La seconda serie è andata anche meglio della prima. Mi sarebbe piaciuto di più rivolgermi ad un pubblico adulto, ma in Italia non è stato possibile perché vige questo pregiudizio che i cartoni animati sono cose per bambini. L’idea iniziale è stata un po’ piegata a questa esigenza… sarebbe potuto diventare un Simpson all’italiana, mentre lo si è voluto trasformare in un prodotto per famiglie.>

Lupo Alberto è stato uno dei più importanti testimonial della campagna contro l’AIDS.
<Campagne a sfondo sociale ne ha sostenute parecchie: la principale, appunto, quella contro l’AIDS, divenuta molto nota anche per le tante polemiche che ci sono state a riguardo in quegli anni, ma ha sostenuto anche campagne contro le mine antiuomo per Emergency e tante altre minori di varia natura. La più recente quella per il sostegno a distanza.
Mi è sempre stato a cuore partecipare in prima persona, tramite i miei personaggi, al bene comune e a rendere migliore il nostro mondo.>

Com’è andata la tua prima giornata a Città di Castello?
<Devo dire che già conoscevo la città ma non avevo avuto la fortuna di visitarla da dentro, vedere i suoi bei palazzi e il suo caratteristico centro storico. Credo che grazie al tessuto sociale che questa città e tutte le nostre città italiane hanno, riusciranno a sopravvivere e a salvare la nostra cultura, che non è di certo solo Lupo Alberto, ma va ben oltre. Ho avuto il piacere di incontrare oggi i ragazzi dell’associazione che vedo molto impegnati per cercare di dare vitalità alla città con iniziative e questa è una cosa positiva…>

La Fattoria McKenzie potrebbe essere una delle tante fattorie delle nostre campagne altotiberine?
<Assolutamente si, ma del resto è realmente così: è ormai noto che mi sono ispirato a questa sorta di fattoria anglosassone ma in realtà ambienta sulle colline umbro-toscane, che poi è la mia vera natura…>
 

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