Barbara Isidori

Era l’estate del 2010. La più lunga e la più calda nella storia del Grifo. E soprattutto era la più sofferta. Il Perugia andava incontro al suo secondo fallimento in pochi anni e nel dolore di quei giorni sembravano specularci in molti. A regalare qualche sprazzo di grottesca positività ci ha pensato il commercialista Nicola Ermini. Una caricatura di se stesso arrivato dalle parti di Pian di Massiano perché emissario di facoltosi sceicchi pronti a rilevare il Grifo e a toglierlo dal baratro del fallimento.

Milioni di euro pronti da investire. Fiumi di petroldollari da mettere nella causa biancorossa. Non c’erano problemi di alcun tipo. Bastava solo che Leonardo Covarelli, allora patron biancorosso, si decidesse ad espletare tutte le pratiche per il passaggio di quote. Chiacchiere, personaggi bizzarri e improbabili. Si vide di tutto. Ma i soldi rimasero un miraggio e il Perugia subì l’onta del secondo fallimento in cinque anni.

Oggi invece Nicola Ermini è stato arrestato a Firenze nell’ambito dell’operazione “colletti bianchi” della Guardia di Finanza. Secondo l'accusa Ermini, tesoriere della Margherita e membro del collegio sindacale della centrale del latte di Firenze nel 2007, coinvolto nel crac della banca Romanelli avvenuto nel 2003, avrebbe commesso gravi irregolarità nella gestione della ditta edile Tecnorent, con sede a Firenze e fallita nel 2009, di cui era il legale rappresentate. Secondo quanto accertato dagli investigatori, coordinati dai pm Giuseppe Soresina e Angela Pietroiusti, nel 2006 la società avrebbe realizzato fittizi aumenti di capitale. In un caso con l'acquisizione di un ramo di un'azienda edile campana, la Fratelli Esposito snc, il cui valore, 835.000 euro, si è basato su una perizia contenente dati non veritieri. In un'altra occasione, attraverso il conferimento di obbligazioni di una società mineraria spagnola, il cui valore era di fatto pari a zero. Ancora, distraendo dalle casse sociali 235.000 euro, sotto forma di compensi mai approvati dall'assemblea dei soci.

Sempre secondo quanto spiegato, Ermini, che risulta titolare di circa 75 partite Iva, si è spogliato formalmente di tutti i suoi beni, tra cui due immobili di prestigio nel centro di Firenze, in modo da sottrarli alle riscossioni forzose da parte del fisco, intestandoli a tre prestanome: Denis del Greco, 23 anni, finito agli arresti domiciliari, il padre Samuele del Greco, 43 anni e il nonno Giancarlo, entrambi sottoposti ad obbligo di dimora nel comune di Firenze. Essenziale la complicita' di un notaio residente a Firenze, Giuseppe Greco, 62 anni, agli arresti domiciliari
 

 

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