L'Arte a Terni nel 900 è stata protagonista alla Rocca Paolina
PERUGIA (AviNews) - Gerardo Dottori, Felice Fatati, Umberto Prencipe, Orneore Metelli e Ilario Ciaurro. Questi sono solo alcuni dei nomi che hanno risuonato nella sala conferenze del Centro espositivo della Rocca Paolina di Perugia, in occasione della tavola rotonda “Arte a Terni nel 900”.
Un incontro che è stata ospitato, sabato 14 gennaio, nell’ambito della mostra antologico retrospettiva “Corrado Spaziani. Pittura 1949-1986”, patrocinata da Regione Umbra e Provincia di Perugia, Comuni di Perugia, Bevagna e Castel Ritaldi e Accademia di belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia. A moderare la conversazione, promossa dall’associazione “La postierla” e allietata da alcuni momenti musicali affidati al violoncello di Luca Ricci, è stato Antonio Carlo Ponti, curatore della mostra su Spaziani, affiancato al tavolo da Mino Valeri, studioso dei movimenti artistici ternani, al quale si deve, fra l’altro, la locuzione-definizione “Scuola Ternana”, e da Paolo Cicchini, già assessore alla cultura del Comune di Terni. In platea, fra i tanti intervenuti, Giulio Spaziani, figlio dello scomparso Corrado, Giuliano Giuman, Emidio De Albentiis e Paolo Nardon, rispettivamente direttore e docenti dell’Accademia di Belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia, e i critici d’arte Massimo Duranti, Domenico Cialfi, Antonella Pesola e Andrea Baffoni.
“Dalle mostre sindacali del ventennio fascista – ha spiegato Ponti –, molto importanti e affollate, non credo che si sia più parlato della cosiddetta ‘scuola ternana’. Corrado Spaziani, com’è noto, operò più avanti, alla metà del ‘900, ma la sua mostra, qui al Cerp, è diventata il pretesto oggi per riaprire il dibattito su un periodo artistico, che attendeva, da molti anni, uno spazio dedicato così da rendere giustizia a una produzione molto cospicua e importante”.
“Quella della ‘scuola ternana’ – ha spiegato Mino Valeri - è testimonianza di una presenza di artisti che hanno operato fra gli inizi degli anni Trenta e i primi dei Quaranta. Il pregio di questo movimento è stato quello di innovare il linguaggio e perseguire un discorso intimistico che ha condotto ad una pittura sobria, di impianto figurativo e di forte impatto espressivo. Una scelta che divenne, inoltre, contestazione alle correnti artistiche del periodo, che erano per lo più pitture eroiche e virili”.
Le 150 opere che compongono la mostra antologica retrospettiva “Corrado Spaziani. Pittura 1949-1986”, fra nature morte, ritratti e vedute, da Assisi a Parigi, resteranno in esposizione al Cerp della Rocca Paolina di Perugia, fino a domenica 5 febbraio. “Spaziani più che artista umbro - ha concluso Paolo Cicchini – è da considerarsi come un vero artista europeo, che risente in maniera fortissima della grande lezione delle origini della pittura contemporanea, ovvero quella di Cezanne, di andare oltre il visibile e cercare l’essenza dell’oggetto rappresentato. Una sensibilità che meritava assolutamente uno spazio così importante”.

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