Affonda la Costa Concordia,a bordo anche umbri,vicesindaco di Terni: "un incubo"
PERUGIA - Era appena partita per una crociera di otto giorni nel Mediterraneo Occidentale la nave che si e' incagliata nei pressi dell'Isola del Giglio. Costa Concordia, 114.500 tonnellate di stazza e 1.500 cabine in grado di accogliere sino a 3.780 passeggeri, si stava dirigendo da Civitavecchia a Savona, prima tappa del 'Profumo d'Agrumi', come la compagnia ha battezzato l'itinerario che tocca anche i porti di Marsiglia, Barcellona, Palma de Maiorca, Cagliari e Palermo, per poi fare ritorno a Civitavecchia, Savona e Marsiglia.
LE TESTIMONIANZE
C'era anche il Vicesindaco del Comune di Terni, Libero Paci, insieme alla moglie, a bordo della Costa Concordia, la nave da crociera italiana che si è incagliata la notte scorsa a largo dell'Isola del Giglio.
Entrambi stanno bene, ma lo spavento è stato davvero grande.
Paci ha detto di aver visto molta gente cadere in mare, altre persone travolte. Una situazione, insomma, molto delicata.
Il bilancio attuale è di 3 morti e 14 feriti, ma sono tutt'ora in corso verifiche sui dispersi, soprattutto nella parte della nave che risulta sommersa.
Al momento sono 70 persone che mancano all'appello tra le 4.229 che erano a bordo.
"Abbiamo visto scene di panico - spiega ancora Libero Paci - e anche la pressione per salire sui mezzi era forte, anche se era chiaro che le lance erano insufficienti. Infatti - prosegue - sono finite subito e noi, abbiamo dovuto usare delle zattere per sbarcare, poco prima delle 22, all'isola del Giglio".
Il peggio, per loro, è comunque passato, ma Paci si chiede "perchè non sia stata gestita subito l'evacuazione e perchè si siano dovute attendere due ore. Un lasso di tempo interminabile se si considera il caos che in quel momento regnava".
''Eravamo a cena ieri sera quando ha cominciato a tremare tutto, la luce e' andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Un'ora dopo e' suonata la sirena ed e' stato dato l'ordine di evacuazione. Siamo andati alle scialuppe, ma non tutte andavano in acqua, alcune sono cadute sui ponti e c'e' chi e' rimasto ferito o contuso''. Questa la testimonianza di due turiste che erano a bordo della nave Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio. Ilaria, 23 anni di Roma, e Safa 22 anni di Perugia, erano in crociera per seguire un corso di formazione.
''Dopo che ha tremato tutto - continua il loro racconto - la nave ha cominciato a piegarsi su un lato. Nella sala ristorante sono caduti oggetti, bicchieri, vassoi e piatti. Ci siamo anche feriti ma la cosa piu' drammatica e' sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un'uscita''. Come gli altri passeggeri anche Ilaria e Safa sono corse alle scialuppe di salvataggio:
"Ma per l'inclinazione della nave alcune scialuppe non sono state calate in acqua - hanno raccontato le due superstiti - sono finite sui ponti sottostanti e crediamo che in parecchi si siano fatti male o siano rimasti contusi. C'era anche chi si buttava in acqua''. Anche le due ragazze sono state medicate al ''punto medico avanzato'' allestito dalla Protezione Civile sulla banchina del porto dell'isola del Giglio subito dopo il primo soccorso per alcuni piccoli tagli e per le contusioni ricevute nell'emergenza.
POLEMICHE SUI SOCCORSI
Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi ha confermato il numero delle vittime, ma per adesso non è entrato nel merito del funzionamento della macchina dei soccorsi. Sempre la Capitaneria di Livorno fa sapere che serviranno molte ore prima che venga conclusa l’operazione di verifica di chi manca all’appello della lista passeggeri della Costa Concordia. “Appena possibile il nostro personale salirà a bordo per escludere che ci sia ancora qualcuno – spiega ancora Enrico Del Santos, responsabile relazioni esterne della Capitaneria di Livorno – Ancora non è stato concluso l’incrocio dei dati tra lista passeggeri e persone che si trovano sull’isola, perché sono 4200 persone sparse in diverse strutture tra l’isola del Giglio, Porto Santo Stefano e altre località”. Un’operazione complessa perché “sono 4200 persone che sono arrivate a terra con i mezzi nostri, con le scialuppe di salvataggio, con barche private. In certi casi una volta a terra al Giglio sono stati invitati a casa dai residenti”.

Saturday
14/01/12
21:37
per provare il brivido dell'affondamento non gli bastava stare al comune de terni
Saturday
14/01/12
23:56
Considerata la tragedia, questa freddura, se la poteva risparmiare