PERUGIA - “Trattenere nei nostri uffici, anziché in carcere, gli arrestati fino all’udienza per direttissima, così come previsto dal decreto ‘svuota carceri’ voluto dal ministro Severino, sta collassando il sistema sicurezza in tutta l’Umbria, con decine e decine di operatori delle Forze dell’Ordine costretti a fare gli agenti di custodia e con una riduzione sensibile della nostra presenza sul territorio in termini di volanti e pattuglie appiedate”.

E’ quanto afferma in una nota Roberto Fioramonti, consigliere nazionale per l’Umbria del sindacato di polizia Sap, uno dei maggiori a livello nazionale.

“A Perugia – spiega Fioramonti – la Questura dispone di sole tre camere di sicurezza per tutta la città e gli arrestati non hanno a disposizione un bagno, se non uscendo dalle stesse camere accompagnati da noi. Quindi c’è necessità di una vigilanza costante con uomini che vengono tolti dalle volanti, dalla squadra mobile e dal corpo di guardia, soprattutto di notte. Prima questi soggetti venivano portati in carcere, ora dobbiamo tenerceli noi senza poter assicurare, per altro, controlli medici perché non abbiamo un servizio sanitario e pasti adeguati perché non c’è il servizio mensa come nei penitenziari. Spesso i poliziotti sono costretti a soddisfare con propri soldi le esigenze dei fermati, come comprare un panino o anche assorbenti, se necessario. Consideriamo infine che mancano le risorse per pagare gli straordinari a chi vigila questi ‘detenuti’ in Questura”.

“A Terni – aggiunge il sindacalista –, dove per altro la criminalità si sta facendo sempre più aggressiva come dimostrano i fatti di cronaca degli ultimi giorni, le camere di sicurezza in Questura sono appena due e i problemi sono rilevanti perché qui non c’e’ stata neppure la possibilità di organizzarsi con turni di vigilanza, stante la carenza di personale cronica degli uffici. Quindi gli operatori della volante che procedono all’arresto sono costretti a piantonare da soli il fermato fino al processo, oltre a doverlo tradurre in tribunale. Problemi simili ce li hanno anche carabinieri e finanzieri, impegnati con noi nel controllo del territorio. Una situazione assurda determinata da un decreto che, nell’illusione di alleviare un po’ i problemi delle carceri, ha di fatto aggravato in maniera pesantissima i problemi della sicurezza, in Umbria e in tutta Italia”.

“La soluzione praticabile – conclude Fioramonti – è quella di puntare sulle misure alternative alla detenzione in carcere per coloro che sono in attesa del processo per direttissima. L’idea è quella degli arresti domiciliari. Una strada che stiamo cercando di far passare a livello nazionale attraverso alcuni emendamenti presentati da parlamentari a noi vicini, appartenenti al Pdl come al Pd e al Terzo Polo. Per altro, appena qualche giorno fa il Vice Capo della Polizia, Francesco Cirillo, ha criticato in audizione parlamentare il decreto “svuota carceri”. Ci auguriamo che anche i senatori e i deputati eletti in Umbria, a prescindere dal colore politico, ci supportino in questa battaglia.

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