Porta S.Susanna ricorda don Vincenti
di Gino Goti
PERUGIA - “Giusto fra le nazioni” è un riconoscimento che lo stato di Israele attribuisce a tutti coloro che nel periodo della seconda guerra mondiale si adoperarono per salvare ebrei dalle persecuzioni nazi-fasciste e dalle deportazioni nei campi di sterminio.
Anche un perugino ha ottenuto questo riconoscimento: si tratta di monsignor Federico Vincenti, parroco della parrocchia di S.Andrea, in via della Sposa a Perugia, dal 1927 al 1954. La sua figura è stata ricordata proprio in occasione della festa del santo Patrono con una manifestazione organizzata dalla Provincia di Perugia, dall'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dall'Associazione Beata Colomba da Rieti e dall'Associazione Porta Santa Susanna. Mons.Vincenti ha vissuto proprio gli anni della persecuzione antisemita, cominciata con le leggi razziali del 1938 e culminata nell'imminenza del passaggio del fronte quando i nazifascisti in ritirata rastrellavano la popolazione di stirpe ebraica per avviarla ai campi di sterminio. In quei terribili momenti si formò una vasta rete di solidarietà, comprendente laici e cattolici, uomini di diversa tendenza politica ed ideale, uniti però dal sentimento di resistenza all'ingiustizia e dal dovere di solidarietà di chi era esposto a un pericolo mortale. Uno dei punti nodali di quella rete fu, in Umbria, mons.Vincenti e uno dei luoghi che servirono da rifugio e nascondiglio fu proprio la chiesa di S.Andrea. Egli era in contatto con altri personaggi del mondo ecclesiale, gravitanti attorno all'allora vescovo di Assisi mons .Placido Nicolini, ma anche con i tipografi assisani Luigi e Trento Brizi, abili falsificatori di documenti di identità .
Eventi raccontati in diretta da una testimone, la signora Graziella Viterbi giunta appositamente a Perugia dalla sua Padova, ma ai tempi della guerra rifugiatasi ad Assisi con la famiglia. Mons.Remo Bistoni ha affidato a un'intervista la sua preziosa testimonianza. Nel contesto del dibattito che è seguito, coordinato da mons.Elio Bromuri direttore de La Voce, è emersa anche la figura e l'operato di Gino Bartali, campione di ciclismo ed oscuro eroe che salvò centinaia e centinaia di ebrei trasportando falsi documenti consegnatigli dal cardinale Dalla Costa a Firenze e portati ad Assisi nascosti nelle canne della sua bici. La signora Viterbi, all'epoca giovanissima, ha ricordato e confermato l'impegno di Bartali, impegno celebrato ogni anno con il Ciclopellegrinaggio che porta centinaia di ciclisti da Terontola, località dove Bartali era solito fare una sosta, ad Assisi. Monsignor Vincenti e il suo impegno sono ricordati anche nel Museo della Memoria allestito in Palazzo Vallemani ad Assisi, meta di migliaia di visitatori.
Alla manifestazione per ricordare mons. Vincenti “giusto fra le nazioni”, svoltasi nella sala Santa Chiara in Via Tornetta, erano presenti e sono intervenuti a ricordare l'eroico parroco anche sua Eccellenza mons. Gualtiero Bassetti e il vescovo emerito Giuseppe Chiaretti, mentre la Provincia di Perugia era rappresentata da Luciano Moretti, capo di gabinetto del presidente Marco Vinicio Guasticchi chiamato a Roma da un impegno istituzionale. Monsignor Bassetti, a conclusione della conferenza e prima della celebrazione della S. Messa nella chiesa di S. Andrea Apostolo, ha benedetto una lapide commemorativa scoperta da due boy scouts e posta sulle mura della casa canonica in ricordo dell'operato pastorale di Monsignor Vincenti e della sua attività umanitaria in aiuto a tante persone in fuga e destinate, forse, a morte certa..

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